“Gli aerostati”, l’ultimo romanzo di Amélie Nothomb

Una storia noir decisamente “leggera” per il ventinovesimo romanzo dell’autrice

Amélie Nothomb continua a spiazzare il lettore, regalandoci ogni anno un nuovo libro; all’interno di una produzione così corposa e costante, è naturale che alcune storie riescano meno di altre: è il caso di quest’ultimo romanzo.

Spiazzante, dicevamo. Chi conosce bene l’autrice, sa che stupire è uno dei suoi principali obiettivi. I suoi romanzi non sono mai banali, ma Gli aerostati costituisce, forse, un’eccezione: è una storia in cui non accade nulla. La protagonista, Ange, vuole essere un personaggio accattivante ma risulta invece stereotipata: è intelligente, è colta, è bella (ma senza sapere di esserlo). Convive con un’altra ragazza affetta da manie ossessivo compulsive, di cui sappiamo poco o niente, e il cui ruolo nel romanzo è sostanzialmente inesistente.

La vicenda ha inizio quando Ange risponde a un annuncio e inizia a dare ripetizioni. Il suo allievo, Pie (che non ho potuto evitare di leggere per tutto il libro con la pronuncia inglese, quindi “torta”) è un ragazzo dislessico di sedici anni. Fin dal primo incontro guarisce dalla dislessia; Ange, infatti, è riuscita a consigliargli libri capaci di appassionarlo e tanto è bastato per curare la sua patologia. Irrealistico ma oserei dire quasi offensivo per chi con tale patologia convive tutti i giorni.

Altra “svolta” totalmente prevedibile: Pie si innamora di Ange, che non lo contraccambia. Da lui impara però il valore della leggerezza (qui rappresentata dalla passione del ragazzo per gli aerostati, così poco funzionali eppure così poetici). Ange non è innamorata: nonostante ciò, divide le sue giornate tra la casa di quel ragazzino strambo e quella del suo professore di mitologia comparata. Un adolescente e un uomo maturo, quindi, che nulla hanno in comune se non l’adorazione per Ange.

La protagonista pare lasciarsi trascinare dagli eventi, sballottata qua e là come un aerostato senza controllo. L’unico aspetto in cui Ange risulta sempre sul pezzo è il giudizio verso gli altri: i genitori di Pie, ad esempio, sono dipinti piattamente come due ignoranti infelici; non hanno nessun tipo di spessore, nessuna buona qualità. Ange non manca mai di sottolinearlo, in modo pedante e semplicistico: chi guarda la televisione è un idiota, chi legge libri è intelligente.

Ange descrive Pie e il padre come sue soggetti che soffrono “chiaramente di un deficit di realtà”. A dire il vero l’intero romanzo è del tutto surreale, eppure riesce anche ad essere prevedibile, con personaggi piatti che non suscitano alcuna emozione e nei quali è impossibile identificarsi. Il finale punta a scioccare con un twist drammatico, ma è ormai troppo tardi per qualsiasi salvezza.

Amélie Nothomb, Gli aerostati, Voland, 2021, pp. 115, euro 16.

https://www.voland.it/libro/9788862434171

https://www.nonsolocinema.com/sete-lultimo-romanzo-di-amelie-nothomb.html

https://www.nonsolocinema.com/colpisci-il-tuo-cuore-di-amelie-nothomb.html