Con 5 episodi subito disponibili, seguiti da un episodio a settimana, esce sulla piattaforma Disney+ una serie tv intrigante e shockante per il tema trattato, lo sviluppo avvincente e l’interpretazione di tutto il cast.
La serie è creata da Katie Robbins (The Affair: Una relazione pericolosa), che è anche executive producer e showrunner con Sarah Sutherland (Nove perfetti sconosciuti, The Affair); mentre Ellen Pompeo (celebre Meredith Grey di Grey’s Anatomy) oltre a vestire i panni della protaognista, è executive producer con la sua casa di produzione Calamity Jane.

Good American Family si ispira alle vicende di cronaca e giudiziarie (i fatti risalgono al 2010 e hanno occupato gran parte delle pagine dei tabloid americani) di una coppia del Midwest che adotta una bambina con una rara forma di nanismo.
I fatti, già oggetto della docuserie del 2023 The Curious Case of Natalia Grace, sono raccontati da più punti di vista, per esplorare prospettive, pregiudizi e traumi diversi. Kristine Barnett (Ellen Pompeo) e Michael Barnett (Marck Duplass) hanno tre figli maschi, e sono una coppia profondamente in crisi. Lui è un semplice impiegato, lei si è dedicata ai figli, soprattutto a Jacob, sensibile e geniale ragazzino autistico, e ai figli del vicinato mettendo in piedi un asilo a tempo pieno.

Kristine e Michael vengono contattati da un ufficio adozioni, e a loro non sembra vero di avere un’altra opportunità dopo il fallimento della loro richiesta, tempo prima. Una bambina ucraina di sette anni Natalia Grace (Imogen Faith Reid, bravissima!), nata con una forma di nanismo, cerca una famiglia che si prenda cura di lei. Per l’acuto senso materno di salvatrice di bambini Kristine e per il bisogno di Michael di dare amore è un’occasione miracolosa.
Ma quando iniziano a crescerla insieme ai loro tre figli biologici, emerge un mistero sulla sua età e sulle sue origini, e cominciano lentamente a sospettare che possa non essere chi dice di essere.
Khristine si convince che Natalia è in realtà una truffatrice adulta, che commette frodi sull’età per farsi pagare le cure mediche. Mentre difendono la loro famiglia dalla figlia che credono rappresenti una minaccia, lei combatte la sua battaglia per affrontare il suo passato e il suo futuro, in una resa dei conti che si giocherà sui tabloid e in tribunale.

Scritta da Eoghan O’Donnell, Jaquen Tee Castellanos e Samantha Levenshus, la regia è di Liz Garbus ( Yellowjackets ), Stacie Passon, Seith Mann, Eva Vives e Iain MacDonald.
Ognuno degli otto episodi racconta la storia in un ordine sequenziale, dall’adozione di Natalia Grace ai risultati del processo che fa gola ai media.
L’oscura vicenda di cronaca (probabilmente anzi sicuramente, nella necessità di evitare contenziosi, ogni episodio inizia con un disclaimer legale) è affrontata e costruita in 8 episodi con solidi e coinvolgenti toni drammatici del thriller dove a turno “buoni” e “cattivi” – se in questa vicenda si può tracciare un improbabile e approssimativo spartiacque tra bene e male – si alternano e il pubblico stringe alleanze diverse di episodio in episodio.
I primi quattro episodi raccontano Natalia vista da Kristine e Michael. Proprio quando il pubblico è certo di aver tracciato una linea di demarcazione “giusto e sbagliato”, tra gli eroi e il cattivo, la serie passa alla prospettiva di Natalia e ne emerge una nuova terrificante storia.
Nonostante, come si diceva sopra, la vicenda oscura, la serie tv riesce a mantenere coerenza specchiando le estremità della fragilità morale di alcuni ed emotiva di altri personaggi coinvolti in una storia angosciante.