Impegnato in un tour mondiale che nell’arco di cinque mesi lo sta portando a esibirsi da New York a Tokio, il concerto del Quartetto Van Kuijk al Teatro Verdi di Pordenone ha rappresentato l’occasione per incontrare in Italia una delle formazioni cameristiche più acclamate della nuova generazione, e condividere il loro approccio musicale attraverso un programma vario e, allo stesso tempo, indispensabile a dimostrarne il valore artistico.
Tre colori diversi hanno illuminato la loro presenza sul palco, a partire dal rosso per il Quinto quartetto op. 76 di Franz Joseph Haydn, profonda espressione dell’inesauribile creatività del padre del classicismo viennese. Nella loro lettura, l’eleganza tematica del primo tempo raggiunge piena luminosità, prima di arroventarsi nella fase dell’elaborazione, quanto nel galoppo dell’ultimo movimento, contraddistinto da un’incisività interpretativa molto attenta e allo stesso tempo trascinante.
Il color arancione ha accompagnato l’esecuzione del primo quartetto di György Ligeti, denominato Métamorphoses nocturnes, forse il lavoro più riuscito della prima fase creativa del compositore ungherese. Se è prevedibile che due opere così diverse tra loro richiamino in campo una serie di caratteristiche esecutive diversificate, la visione del Quartetto Van Kuijk si è dimostrata per certi aspetti sconcertante. Sin dal primo attacco il suono si è vestito infatti di una levità tale da consentire a questi quattro fenomenali musicisti di imporsi con rinnovata vitalità all’attenzione del pubblico. All’inattaccabile intesa, che consente loro esecuzioni fedeli al testo, si aggiunge una profondità interpretativa sconvolgente, oltre a un istintivo senso della forma che ha reso Métamorphoses nocturnes particolarmente coinvolgente, se non appassionante, anche all’orecchio di chi l’ha ascoltato per la prima volta, a giudicare dall’esaltazione suscitata dall’applauso del pubblico.
Per il quartetto n. 14 di Franz Schubert, infine, il blu ha evidenziato negli affondi dell’arco tutta l’intensità e il pathos possibile per una delle pagine più note e toccanti del compositore austriaco, eletto a cavallo di battaglia del quartetto francese dalla loro ultima incisione discografica edita da Alpha Classics.
Così il concerto del Quartetto Van Kuijk accresce l’attesa in città per l’arrivo del Jack Quartet previsto per il mese di aprile, destinato a completare il programma con il Secondo quartetto di Ligeti e, molto probabilmente, ad appagare l’entusiasmo del pubblico al pari di questo primo appuntamento con il repertorio quartettistico.