“I Leoni di Sicilia”: i primi quattro episodi della serie di Paolo Genovese

I Leoni di Sicilia” è una serie tv di Paolo Genovese, tratta dall’omonimo romanzo di Stefania Auci, ad oggi disponibile sulla piattaforma di streaming Disney+.

Argomento le vicende della famiglia Florio, tra le più ricche ed influenti nella Sicilia dell’Ottocento.

Nei primi quattro episodi viene narrato l’arco temporale che va dal 1802 al 1837.

Paolo Florio (Vinicio Marchioni), commerciante di spezie insieme al fratello Ignazio (Paolo Briguglia), lascia, con la moglie Giuseppina (Ester Pantano) ed il piccolo figlio Vincenzo, il terremotato borgo di Bagnara – sulle coste tirreniche calabresi – alla volta dell’allora fiorente Palermo.

Subito viene messo in luce il rapporto con la nobiltà siciliana (regnano i Borbone), del tutto restia alle attività lavorative, in particolar modo al commercio, in quanto presupponeva il toccare il denaro, un vero e proprio disonore.

Nonostante gli ostacoli posti dall’aristocrazia, i Florio accrescono la loro ricchezza a dismisura, iniziando anche la produzione e vendita di zolfo, tonno sott’olio e vino Marsala.

Protagonista è Vincenzo, ormai cresciuto – ben interpretato da Michele Riondino – tiene in mano le redini del potere, ampio poiché derivante dalle attività lavorative ma non illimitato: permane infatti nell’immaginario siciliano una profonda differenza tra i nobili ed i lavoratori, seppur arricchiti.

I Florio dunque rimangono agli occhi di una classe sempre più decadente ed anacronistica solo dei parvenu, pertanto esclusi da certi circoli e dall’ambiente più prestigioso. L’unico modo per far parte di quest’élite sarebbe attraverso un matrimonio, ma la politica del nube et impera non fa parte del destino di Vincenzo Florio, e nonostante i numerosi e pedanti tentativi della madre (interpretata nella tarda età da Donatella Finocchiaro), l’uomo rimane celibe.

Sarà però legato ad una giovane milanese, anch’essa figlia di mercanti, Giulia Portalupi (Miriam Leone), che fino a questo momento non convolerà a nozze con Vincenzo nonostante la nascita di due figlie.
Gli aspetti più approfonditi riguardano certamente sfumature storico-culturali piuttosto che politiche, le vicende infatti risentono fortemente dei fatti storici, che però fanno sempre da sfondo senza emergere particolarmente. Un forte accento è invece posto sulla società ancora patriarcale, nonostante le donne – nelle vesti di “consigliere” – prendano delle decisioni, e soprattutto sul carattere reazionario della nobiltà.

Ottima la messinscena, arricchita dai costumi d’epoca e dall’uso costante e veritiero del dialetto; meno convincenti alcune scelte della colonna sonora, quasi totalmente ascrivibile alla musica pop e rock contemporanea.