Iddu – L’ultimo padrino” è un film incentrato su due figure, contrapposte e bilanciate nella storia narrata, ma di diversa caratura nelle vicende realmente accadute. Storie e personaggi si basano, infatti, sulla latitanza del boss mafioso Matteo Messina Denaro, morto nel settembre 2023 e arrestato sette mesi prima, già gravemente malato di cancro, dopo oltre vent’anni di fuga.

Mentre Matteo (Elio Germano) vive, al buio e nascostamente, nella casa della signora Lucia (Barbara Bobulova), il sua amico di famiglia e “compare”, l’ex preside Catello Palumbo (Toni Servillo), viene rilasciato dopo una detenzione durata sei anni presso il carcere di Cuneo. Passando per I’unica ferita aperta del boss, la morte del padre, Palumbo inizia con lui un rapporto epistolare (i celebri pizzini), spinto a collaborare con la giustizia. L’arresto, però, di fatto non avviene – la pellicola è ambientata nei primi anni 2000 – a causa, tra le altre motivazioni, dell’atteggiamento ambiguo di un colonnello. 

Il film vuol essere un’analisi di uno tra i casi di latitanza più misteriosi della storia recente, ma anche una disamina delle regole e dei rapporti tra i membri della criminalità organizzata. La mescolanza di elementi reali e inventati è molto fitta, tanto da non lasciare trasparire realmente cosa e quanto sia vero e cosa falso. 

La figura del boss, mediante l’interpretazione asciutta ma intima di Elio Germano, è carica di drammaticità: è evidente infatti l’intento dei registi di mostrare l’altra faccia della criminalità organizzata, quella in cui il Pupo, il più potente tra i potenti, “vive come un topo”. Il rischio è però, che un’affermazione del genere possa portare a una eccessiva empatia con un criminale senza scrupoli, coinvolto nelle stragi del 1992 e vicinissimo a Totò Riina.

Dal punto di vista tecnico il film è piuttosto lineare, caratterizzato da un’unica linea temporale, di tanto in tanto interrotta da alcuni flashback. I due attori protagonisti sono due grandi conferme, ottime infatti le loro interpretazioni, anche se Servillo (che interpreta un campano) sembra quasi caricaturale, sia per trucco e parrucco sia per una recitazione che tende all’esternazione piuttosto che a un’indagine psicologica più profonda.

Nel complesso “Iddu” è un’opera coraggiosa, che tratta parte di una storia complessa e dolorosa, temporalmente vicinissima al presente.