Il Don Pasquale di Michieletto a Palermo come ironico scontro tra generazioni

"Don Pasquale", Teatro Massimo, © Rosellina Garbo

Riuscitissima coproduzione internazionale del Teatro Massimo che ‘ammoderna’ Donizetti

Il Don Pasquale di Gaetano Donizetti con la regia di Damiano Michieletto incanta Palermo, dove la coproduzione internazionale del Teatro Massimo è giunta dopo le tappe del Royal Opera House di Londra e l’Opéra di Parigi. Il regista veneto esprime il suo meglio in quest’opera buffa che diventa nelle sue mani un ironico gioco delle parti tra la generazione Z, scaltra e frizzante, e quella dei padri, noiosa e ottusa. L’allestimento rotante, ormai un segno distintivo dello scenografo Paolo Fantin, accompagna il vorticoso susseguirsi degli eventi che finiranno per gabbare un uomo vecchio e pedante, condannato a fallire per la troppa brama di accomodare i giovani secondo il proprio piacimento. Ma sono l’astuzia e la sfrontatezza della giovane Norina la vera forza generazionale che volge gli eventi, e con essi l’intera scenografia, a favore di un nuovo modo di vedere la vita. È così che il mobilio demodé di Don Pasquale, ancorato nostalgicamente al secondo dopoguerra italiano, si trasforma visivamente nella vittima del tornado giovanilista, lasciando posto al design più sfrenato in una casa di cui Fantin lascia intravedere soltanto i contorni. Il messaggio di Michieletto sembra invitare i giovani della generazione di Fridays for Future, ma in particolar modo le donne, a scrollarsi di dosso il peso della generazione dei padri (e dei nonni) per prendere in mano il proprio destino. Ottime le trovate del finto casting con green screen e della messagistica istantanea che irrompono sulla scena ammodernando un testo radicato nella tradizione ottocentesca.

“Don Pasquale”, Teatro Massimo, © Rosellina Garbo

Protagonisti sul palco sono stati il basso Michele Pertusi (Don Pasquale) in una sagace prova di autoironia, la voce delicata del tenore René Barbera (Ernesto), l’attorialità brillante del soprano Giuliana Gianfaldoni (Norina), nonché l’ottima liaison vocale e scenica del baritono Markus Werba (Dottor Malatesta). Sicura e appassionata è stata la direzione del giovane Michele Spotti, ormai molto più di una rivelazione internazionale, che trascina magistralmente l’Orchestra e il Coro del Teatro Massimo tra i ritmi cadenzati e concitati della partitura donizettiana. Lo spettacolo piace al pubblico palermitano, colto in tempo di Carnevale, che apprezza il minimalismo e l’ironia della messa in scena di Michieletto per questo Don Pasquale dal sapore internazionale.
Lo spettacolo va in scena in prima italiana dal 17 al 23 febbraio 2023.