Si è conclusa ieri sera, giovedì 6 dicembre, la 35° edizione del Concorso pianistico Premio Venezia che ha visto sfidarsi i migliori diplomati d’Italia in una serie di prove distribuite lungo tutta la settimana. Gabriele Strata e Giorgio Trione Bartoli i nomi dei due finalisti scelti dalla giuria tecnica – composta da Massimiliano Damerini, Francesco Libetta, Carla Moreni, Luca Mosca, Gianni Tangucci e Fabio Vacchi – che si sono contesi il podio sul palco del Teatro La Fenice.

Una serata finale in tinta unita, almeno per il programma presentato, che ha visto alternarsi due Sonate di Sergej Prokofiev, la Sesta e l’Ottava, a eccezione del Notturno op. 27 n. 2 di Chopin eseguito in apertura dell’esibizione di Gabriele Strata.

Così Giorgio Trione Bartoli si presenta unicamente con la Sonata n. 8 di Prokofiev, scelta non facile se si pensa che sulle spalle del concorrente gravava in un certo senso anche il compito di avviare l’intera serata. Nato a Trani nel 1996, Giorgio Trione Bartoli ha esibito un pianismo muscolare, composto da un’esuberante prepotenza tecnica, probabilmente spinta dalla sua predisposizione a sfoggiare un virtuosismo orgoglioso, unito a un’istintiva propensione a stimolare l’atteggiamento percussivo della scrittura musicale, persistendo sulla soglia di sonorità evidenti che hanno inesorabilmente corroso la possibilità di sviluppare il fraseggio su periodi più ampi.

Maggiore attenzione al timbro, una più ampia escursione dinamica e un contatto più intimo con la tastiera, sono invece le carte che Gabriele Strata, nato a Padova nel 1999 ma diplomato al Conservatorio di Vicenza, ha subito messo in gioco sin dal Notturno di Chopin. Così la sua Sesta Sonata ha raccolto l’attenzione del pubblico in sala che ha risposto generosamente, richiamando il pianista più volte sul palco al ritmo di ripetuti cicli di applausi.

Gabriele Strata vince dunque quest’edizione del Premio Venezia, mentre a Giorgio Trione Bartoli va il Premio Alfredo Casella. Durante l’evento di premiazione, condotto come di consueto dal Presidente dell’Associazione Amici della Fenice Barbara di Valmarana, ai due pianisti sono stati consegnati ricchi premi in denaro e la possibilità di esibirsi in molti concerti a loro dedicati, sia sul territorio regionale che nazionale. Allo stesso modo sono stati premiati il terzo classificato, Greta Maria Lobefaro (2001), Claudio Berra (1997) e Nicola Losito (1995) al quarto e quinto posto.

Il clima di festa che ha coronato i cinque giovani pianisti ha sottolineato con garbo e ironia come anche quest’anno non fosse presente una rappresentanza istituzionale, a partire dal sindaco, nonché presidente del Teatro La Fenice.