Il dodicenne Balmani non riesce a integrarsi nell’orfanotrofio cui è stato affidato dopo il terremoto che ha distrutto la sua casa in Nepal, e reso orfano. Vive nel ricordo dei racconti di sua mamma, soprattutto la leggenda del ragazzo che approdò, volando su una tigre, in un Tempio sulle cime dell’Alto Himalaya.
Scappato dall’orfanotrofio per tornare a casa sua, trova e salva un cucciolo di tigre dai bracconieri; decide così di raggiungere quell’antico monastero. Ma i bracconieri sono sulle sue tracce, come anche la preoccupata direttrice (Claudia Gerini) dell’orfanotrofio.
Il regista Brando Quilici, su sceneggiatura di Rupert Thompson e Huhg Hudson, ha modernizzato, e reso nota anche qui, l’antica leggenda nota in Nepal del Guru Rimpoche (l’uomo santo per i Buddisti, che volò nel IX secolo a cavallo di una tigre dal Tibet al Bhutan per fondare il monastero del Tiger’s Nest) intrecciando il tema dell’estinzione delle tigri, contenuto nel programma del WWF “Save the tigers now”, (di questi straordinari felini ne restano soltanto 3900 esemplari in libertà e in Nepal, uno degli habitat naturali della magnifica tigre del Bengala, il numero è inferiore a 300).
“Negli ultimi tempi sono state avvistate tigri fino ad oltre 4000 metri di altezza – ha raccontato il regista -. Una speranza che il loro habitat, invaso a valle dall’uomo, si possa allargare agli spazi infiniti delle colline himalayane.”
Quilici riesce così a declinare il linguaggio del documentario alla narrazione filmica per ragazzi, dosando avventura, buoni sentimenti ed emozione.