Torino, domenica 5 dicembre 2021 – Nel gelido pomeriggio erano al completo i 450 posti della sala Cabiria del Cinema Massimo per la proiezione di un film di vent’anni prima. Era “Santa Maradona”, . per la prima volta la versione in alta definizione. Il film di Parco Ponti, allora esordiente, girato nel 2001 in 35 mm., vale due David di Donatello, è un “cult”, ha segnato un’epoca e ci riporta nella Torino pre- olimpiadi. Ebbene sì, perché il film che ha segnato l’inizio dell’attività della Film Commission non ha Torino come semplice “location”, bensì, come dice in presentazione Paolo Manera (Direttore della Film Commission Torino Piemonte) ha Torino come protagonista. Torino con le sue contraddizioni, i suoi riti e le sue civetterie, che sono causa dell’insofferenza e dello scontento di una gioventù che in quel perimetro si sentiva imprigionata. E in fondo lo era davvero. E forse lo è ancora.
SM fu subito un successo ed è ancora un film attuale, perché il suo messaggio travalica le generazioni e si interroga sul significato e sul senso dell’esistenza, dell’amicizia, dell’amore.
Emozione e nostalgia per quegli anni ma anche rimpianto: “Siamo qui per Libero”, dice commosso Marco Ponti. È Libero De Rienzo, morto il 15 luglio di quest’anno, che con SM aveva ottenuti vari premi tra i quali un David di Donatello. Per Ponti non solo un attore ma un amico più che fraterno e ricorda una frase che Libero disse a Gabriel Garcìa Marquez durante il viaggio fatto insieme a Cuba per la presentazione del film: “el cine es un arte obrero”. Domenica sera sarebbe stato di certo presente anche lui, come lo erano tantissimi tra i protagonisti, incluso Max Casacci dei Subsonica, inclusa Anita Caprioli, che ha ricordato il clima di amicizia che si era creato sul set, mentre Stefano Accorsi ha inviato un messaggio di saluto.
Del film, dei suoi dialoghi brillanti e acuti, della vitalità dei protagonisti, del messaggio che rappresenta hanno già scritto a suo tempo in tanti. A me è piaciuto rivederlo così, in quella serata piena di emozione e entusiasmo, in quella sala piena di persone e con tanti giovani, ragazzi che vent’anni fa non erano nemmeno ancor nati, ma che in Santa Maradona hanno trovato un po’ di se stessi.