Il Veneto nel cinema. Foto di scena dal 2000 al 2020

Sino al 9 novembre il Museo Villa Bassi Rathgeb di Abano Terme (PD) ospita la mostra “La giusta distanza. Il Veneto nel cinema. Foto di scena dal 2000 al 2020” a cura di Marco Segato e Massimo Calabria Matarweh. Le protagoniste della mostra sono le foto di scena alle quali, proprio come nel cinema, si applica la regola della “giusta distanza”. Un duplice sguardo, in sintesi: “Uno teso a cogliere, nell’atto stesso della messa in scena, la forma dell’intenzione quale si manifesterà appieno al momento della proiezione. E uno teso a fissare, a documentare le cose reali con le quali si fabbrica la finzione filmica: la macchina produttiva, il set, i corpi degli attori, i costumi, architetture e arredi”, come spiega nel suo saggio critico Antonio Costa.
La rassegna ha una duplice potenziale chiave di lettura: da un lato il cinema che si fa nel Veneto e dentro il territorio, dall’altro i film nei quali il legame con la regione è di tipo esclusivamente territoriale, girati sì in Veneto ma in grado di offrire importanti spunti e di proiettare la mostra in un contesto più ampio e prestigioso, di carattere nazionale. Il visitatore “legge” il film attraverso lo sguardo del fotografo di scena, i cui scatti diventano testimonianza e al contempo narrazione della realizzazione filmica. L’intero percorso è “guidato” proprio dallo sguardo penetrante del fotografo e dalla capacità di racconto delle sue immagini e, attraverso un itinerario in tre tappe, indaga le forme e i modi della messa in scena del paesaggio, fisico e umano, del Veneto dal 2000 a oggi, sulla base di una selezione accurata sia dei film che degli scatti di scena che ne raccontano la realizzazione.

Fabrizio Bentivoglio sul set de “La lingua del Santo”

Scoprendo le tre sezioni – Paesaggi con figure, Orizzonti del reale e Gli album della Jole (dedicata alla storia della casa di produzione di Padova) – si compierà quindi un viaggio nel tempo e nello spazio attraversando l’intera regione: da Padova e i Colli Euganei ne “La Lingua del Santo” di Carlo Mazzacurati (2000) a Venezia e alle spiagge del suo Lido in “Pane e Tulipani” di Silvio Soldini (2000); da Treviso ne “Le conseguenze dell’amore” di Paolo Sorrentino (2004) a Calmiero (Vr) nel “Primo amore” di Matteo Garrone (2004); da Asiago in “Torneranno i prati” di Ermanno Olmi (2014) alla Val Zoldana (Bl) ne “La pelle dell’orso” di Marco Segato (2016) passando per tante altre location, tutte suggestive e cariche di storia e cultura, emozione e sentimenti. Le foto esposte sono di Philippe Antonello, Chico De Luigi, Sergio Variale, Fabrizio Di Giulio, Monika Bulaj e con loro i padovani Giovanni Umicini, storico collaboratore di Carlo Mazzacurati, Massimo Calabria Matarweh e Simone Falso, entrambi attivi con Jolefilm. La scelta del titolo, quella “giusta distanza” che di primo acchito sembrava quasi una forzatura, ora è del tutto chiara. Non solo vuole essere un dichiarato omaggio al cinema di Carlo Mazzacurati, ma vuole anche evidenziare l’attenta scelta delle opere selezionate.
Info su www.artemidepr.it

La mostra è aperta il lunedì dalle 15 alle19,mercoledì, venerdì e sabato dalle 9 alle 13 e dalle15 alle 19 e la domenica con orario 10-13 e 15-19.