In the Land of Saints and Sinners è il film di Robert Lorenz presentato all’interno della categoria Orizzonti – Extra.

Sono gli anni Settanta in Irlanda quando infuoca nel Paese la guerra civile, la cosiddetta Na Trioblóidí o, in inglese, The Troubles. Finbar Murphy conduce quella che, all’apparenza, sembrerebbe una tranquilla e monotona vita in un paesino sulla costa irlandese, Glencolmcille, quando in realtà è un sicario, anche se ormai deciso a lasciarsi il proprio passato alle spalle. Anche nella piccola cittadina arrivano i tumulti della città: una banda di terroristi dell’IRA ne fa il proprio rifugio e ben presto Finbar scopre che uno di loro ha abusato di una bambina. Sicuro che le autorità non avrebbero mai fatto nulla, decide di prendere lui stesso la situazione in mano e di eliminare l’uomo. Il piccolo borgo si macchierà di sangue quando la sorella, Doirean, cercherà vendetta.
La pellicola racconta di uomo che deve prendere un’importante decisione: mantenere segreto il proprio vergognoso passato o svelarlo al mondo per proteggere coloro che ama. Finbar Murphy aveva già deciso di tagliare i ponti col passato nel momento in cui viene a conoscenza delle violenze perpetrate ad una bambina. Sceglie, quindi, lei sopra a se stesso. Così come, alla fine, sceglie di perdere la faccia e di rendere manifesto ciò che era stato piuttosto che esporre al pericolo tutti i suoi cari.
All’interno del film a ricoprire un ruolo da protagonista è senza ombra di dubbio il tipico paesaggio della campagna irlandese: scogliere a strapiombo, stradine sterrate e sterpaglie a perdita d’occhio.
Con qualche citazione alla cinematografia del regista Sergio Leone e alla musica del maestro Ennio Morricone, In the Land of Saints and Sinners si riesce ad inserire organicamente nel genere dell’azione con anche un certo pizzico di western non riuscendo, però, a presentare allo spettatore nulla di nuovo.