“La Zima del Signor” è un cortometraggio di Alessandro Padovani, presentato fuori concorso alla 19^ Festa del Cinema di Roma nella sezione parallela Alice Nella Città.
La storia è ambientata all’inizio del XX secolo, nelle campagne bellunesi: quando sua sorella minore sembra essere vicina alla dipartita, Maria (Grazia Capraro), mossa dalla leggenda raccontatale dal vecchio Toni (Thierry Toscan), decide di intraprendere insieme all’uomo un viaggio per vedere Dio con i propri occhi.
Il titolo infatti fa riferimento alla credenza dell’apparizione divina, una volta all’anno per pochi secondi, in cima ad alcuni lontani monti.
L’opera ha un forte impatto sullo spettatore, che fin da subito si immerge a pieno nelle lontane atmosfere narrate: ci si addentra, grazie alle scene in ambienti interni, nelle umili case dei contadini, mentre attraverso i primi piani e i dettagli sugli sguardi si empatizza con i diversi personaggi, sperimentando paura, fede, speranza.
Il perno narrativo è forse dunque la religiosità, tanto astratta quanto concreta: in soli 18 minuti il regista riesce a trasformare in immagini – anche molto potenti – questo nodo concettuale, rimanendo spesso sul limite tra il realismo e la fantasia.
Il finale ha fatto propria la lezione di film di genere, in particolare alcuni aspetti ricordano il western innevato per antonomasia, “Il grande silenzio” di Sergio Corbucci: è un epilogo stupefacente per eleganza formale e tensione emotiva, quest’ultima favorita anche dalla colonna sonora (di Riccardo Amorese).
Si tratta dunque di un film più che ben riuscito, con interpretazioni magistrali – lodevole anche l’impiego del dialetto antico feltrino – e una storia solida, filtrata da uno sguardo sapiente: è un’ennesima prova dell’importanza e potenzialità del genere corto.