L’Associazione per MITO Onlus presenta “Danze” con l’Orchestra della Casa di Reclusione di Opera

Il nuovo appuntamento del progetto di inclusione sociale e artistica Orchestra in Opera in occasione della 25° Festa della Musica

Un concerto dedicato all’inclusione sociale e artistica dei detenuti fianco a fianco ai musicisti del Conservatorio di Milano? Venerdì 21 giugno alle ore 16 l’Associazione per MITO Onlus presenta la nuova edizione del progetto Orchestra in Opera, il laboratorio musicale e di educazione alla musica d’insieme all’IRC di Opera con la performance di alcuni detenuti al fianco di musicisti di caratura nazionale. Inserito a corollario dell’intenso programma nazionale della 25° Festa della Musica internazionale, il progetto è promosso dai volontari dell’Associazione per MITO Onlus con la complicità della pianista Stefania Mormone e del clarinettista Alberto Serrapiglio, rispettivamente docente di pianoforte e responsabile del laboratorio di World Music del Conservatorio G. Verdi di Milano.

Il progetto nasce dalla forte volontà di X MITO Onlus di a far rinascere non solo luoghi artistici del passato, ma anche persone, ambienti e relazioni grazie al potere di coesione e inclusione sociale della musica. Orchestra in Opera nasce nel 2016, quando ai detenuti della Casa di Reclusione venne chiesto se sapessero suonare uno strumento e volessero partecipare a un nuovo progetto musicale, riuscendo a raggruppare 18 membri per l’ensemble musicale. Così l’idea ha preso forma, attraversando più di un anno di grande collaborazione tra società civile e Direzione del carcere per prendere vita nella sua forma odierna, che coinvolge in questo momento 15 detenuti, alcuni dei quali in isolamento.

“La nostra Costituzione afferma che la pena attribuita a cittadino, ritenuto colpevole di un delitto, deve essere orientata alla rieducazione, non deve essere ‘inflitta’ con spirito di rivalsa o di vendetta – racconta Matilde Sansalone, avvocato penalista con una grande passione per la musica e tra gli ideatori del progetto – aver permesso a dei carcerati a fare una cosa così difficile com’è il suonare insieme li ha messi in condizione di sperimentare la dimensione dell’ascolto reciproco e dell’ascolto da parte di terzi, di un pubblico.