Tratto dal romanzo autobiografico La lunga strada per tornare a casa di Saroo Brierley (edito in Italia da Rizzoli), diretto da Garth Davis (la serie tv Top Of The Lake), da una sceneggiatura di Luke Davies (Paradiso+Inferno, Life), Lion è una storia vera, drammatica e appassionata, che esce nel perfetto periodo natalizio, pronta a commuovere gli spettatori.
Lion racconta l’incredibile vita di Saroo, un bambino di Madras, un villaggio nel nord dell’India. Insieme al fratello va in giro sui treni vuoti per cercare qualcosa dimenticato dai viaggiatori. Ma una sera, mentre il fratello va in giro di convoglio in convoglio, il piccolo Saroo è troppo stanco per seguirlo e si addormenta su una panchina della stazione. Quando si sveglia è notte fonda, grida il nome del fratello, che non risponde e poi impaurito e disorientato sale su un treno che inizia a muoversi. Gli strilli di Saroo non servono a nulla e a 5 anni, da solo, lontano dal fratello amato, dalla madre e dalla sorellina, finisce nell’enorme Calcutta.
Dopo essere riuscito a evitare tanti pericoli, viene portato alle autorità da un compassionevole giovane, ma Saroo non riesce a spiegare il suo luogo di provenienza, ha soltanto in mente l’immagine della stazione dalla quale era partito. L’orfanotrofio è automatico.
Ma la buona sorte veglia su di lui.
Viene adottato da una premurosa e generosa coppia australiana (Nicole Kidman, David Wenham).
Molti anni dopo, circa 25, Saroo è ormai un uomo (Dev Patel), con una carriera dalle porte spalancate e un grande amore (Rooney Mara); ma torna a bussare il suo passato. Decide di utilizzare Google Earth e analizzare una per una tutte le stazioni ferroviarie dell’India finché non riesce a trovare quella giusta e a ricongiungersi con la famiglia di origine in un emozionante finale.
In una spirale di solitudine, che lo allontana dagli affetti, Saroo, ossessionato, sta quasi per arrendersi, quando dopo molto tempo, finalmente, trova, sempre grazie a Google Eatrh, la sua prima casa.
Il primo lungometraggio del regista Garth Davis evita facili convenzioni; riesce a cogliere il giusto approccio alla storia e, infatti, ha il pregio di essere misurato e autentico nel trattare le emozioni dei protagonisti di questa delicata storia.A dare man forte al regista è un cast formidabile. Patel in testa che regge sulle spalle gran parte del film.