A cinque anni di distanza dal suo Love in the Buff, Ho-cheung Pang ha presentato al Far East Film Festival l’ultimo capitolo della trilogia di commedie romantiche incentrata sull’imprevedibile coppia composta dal pubblicitario Jimmy – Shawn Yue – e dalla commessa Cherie – Miriam Yeung.
Il film si apre con il consueto inserto horror, la storia di una sorta di Babau cinese che la madre di Cherie soleva raccontarle da piccola: di lì a poco i due si ritrovano coinvolti in uno scandalo sessuale che, inaspettatamente, frutta al giovane pubblicitario un avanzamento di carriera. La relazione sembra essersi stabilizzata ma l’arrivo del padre di Cherie – prossimo a risposarsi – e della “madrina” di Jimmy, intenzionata a farsi inseminare artificialmente da costui, la mettono nuovamente in crisi. Segue la consueta separazione, ma come in ogni storia d’amore firmata Ho-cheung Pang il lieto fine è quasi una certezza.
Per l’opera conclusiva del trittico iniziato nel 2010 con Love in a Puff, Pang porta ai massimi livelli l’umorismo salace e assurdo che aveva fatto la fortuna della coppia Jimmy-Cherie. Irresistibile il personaggio del papà di Cherie – interpretato da Paul Chun –, pericolosamente simile al futuro genero nella sua passione per la baldoria e le belle donne che, nonostante l’età, costituiscono ancora il suo pane quotidiano. La casa della coppia ospiterà poi la giovane e attraente Flora, la “madrina” arrivata dal Canada la cui richiesta indignerà Cherie al punto da portarla a separarsi dal compagno.
A rendere la commedia ancor più sopra le righe è il gusto per il surreale accompagnato da impressionanti effetti speciali: oltre alla sequenza iniziale col mostro ve ne sarà infatti un’altra in cui due alieni si recheranno da Cherie con la loro astronave per darle consiglio sul da farsi con Jimmy. La stravaganza, intensificata dall’uso che Pang fa della messa a fuoco e della profondità di campo, raggiunge l’apice con il concerto finale, dove Jimmy chiederà perdono alla sua amata in costume da Yattaman – senza contare la sigla animata in digitale che chiude il film, un piccolo gioiello del nonsense.
Come di consueto però Pang si riserva anche di condurre un’indagine più seria sul rapporto di coppia, in cui, con l’affacciarsi dell’eventualità del matrimonio, trova spazio una riflessione sulla fiducia, culminante nella scena del terremoto. Durante la vacanza a Taipei, i due sono sorpresi da una scossa nella loro stanza d’albergo, ma Jimmy penserà anzitutto a mettere in salvo se stesso: tale evento conduce Cherie a comprendere che malgrado le promesse quel bambinone di cui è innamorata non sarà mai in grado di sostenerla nei momenti difficili.
Inutile dire che l’esito è prevedibile: in una sorta di composizione circolare rispetto all’incipit di Love in a Puff (2010), il loro amore torna a fiorire grazie a una festa di compleanno in un karaoke, cui seguirà il perdono di Cherie e la definitiva maturazione di Jimmy. Una chiusura soddisfacente per gli affezionati della saga, per quanto la pellicola, se considerata a sé stante, abbia poco di nuovo da offrire al di là di una più marcata irriverenza.