Il mito del Pop. Percorsi italiani alla Galleria Pizzinato

La via italiana alla Pop Art

Studi recenti hanno portato a rovesciare concetti consolidati in base ai quali le strade lastricate, le grandi cattedrali avevano solo in parte la funzione di agevolare il culto a Dio, essendo queste costruzioni dirette ad impiegare mano d’opera, rimediando e risollevando condizioni di vita precarie in cui si pativa spesso la fame. Si voleva rimettere in moto un circolo virtuoso con il quale, pagando i lavoratori, si offriva loro la possibilità di consumare sollecitando in tal modo la produzione.

Circoli virtuosi che intessendo questa spirale riportava in primo piano l’Italia dell’arte, della creatività di una lunga tradizione gloriosa.

Divenuta ormai potenza economica egemonica, l’America degli Stati Uniti ha cercato di scrollarsi rozzezza e mito del dollaro per trovare autonomia artistica che nulla dovesse al vecchio Continente. Con la pop art è l’Europa a copiare l’America e sono soprattutto gli artisti italiani della nuova oggettività a restare affascinati dal mito del pop.

La Galleria di arte moderna e contemporanea A. Pizzinato di Pordenone è tra le più vivaci nell’alimentare una via italiana al pop. Una ventina di artisti ha presentato una scelta prestigiosa di circa 70 opere, per lo più inedite. Pordenone più ancora di Milano e Roma è il fulcro centrale di questa produzione artistica.

E’ innegabile che, nonostante il tentativo di una totale emancipazione, è solo dopo il 1964 e la consacrazione veneziana della Biennale che i decollages di Mimmo Rotella, brandelli di manifesti strappati ad arte, che nasce un futurismo rivisitato. Ecco Enrico Baj che ridicolizza con i suoi generali dal petto sommerso di medaglie la petulanza di certi componenti dell’esercito e Mario Schifano che ridipinge le celebri pubblicità della Coca Cola con sciabolate di colori accesi e vibranti, stuzzicanti come le gelide bollicine.

Non c’è l’ombra di Fellini in questa mostra, ma la celebre camminata di Anita Eckberg nella Fontana di Trevi, giunonica divinità delle acque, lo fa riemergere con la sua vocetta stridula.

La zuppa di Campbell ispira Mario Ceroli che fa degli oggetti di uso quotidiano oggetti d’arte. Una pop art italiana, geniale commistione di oggetti della vita reale con stereotipi culturali.

Schifano, Baj ,Valerio Adami, Emilio Tadini e Lucio Pezzo riescono a conciliare gli opposti: gli oggetti merce e gli antichi originali della tradizione antica.

In questa esposizione non si poteva non ricordare,celebrandolo, il trentennale della morte dell’artista Ettore Innocente,di provenienza pordenonese, che con la sua ricerca su materiali che offriva l’industria d’allora, riporta innovazioni nell’arte pop italiana.

Nell’impostazione della mostra la curatrice, Silvia Pecoraro, accentua con rara abilità, l’apporto originale degli artisti italiani nella pop art internazionale.

(ha collaborato Giacomo Botteri)

 

Data: dal 13/05/2017 al 08/10/2017

Luogo: Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Armando Pizzinato – Viale Dante, 33 – Pordenone

Descrizione dell’evento:

AVVISO APERTURE STRAORDINARIE
Orari estesi nel “superweekend” (19-21 maggio) e per la “Notte rosa” (26 maggio). Domenica 21 maggio ingresso gratuito. Venerdì 2 giugno aperto.

Inaugurazione sabato 13 maggio 2017 alle ore 18.00
Orari: da Mercoledì a Domenica ore 15.00 — 19.00
Biglietto: Intero € 3/Biglietto Ridotto € 1