Vincitore dell’Orso d’argento – Premio della giuria e del Premio del pubblico alla 71ª edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino, Mr. Bachmann e la Sua Classe è un avvincente documentario incentrato sull’integrazione e sul ruolo cruciale che la scuola ha nell’abbattere le barriere e superare le difficoltà dovute alle origini e costumi differenti degli alunni.
“Mr Bachmann e la sua classe” è ambientato nell’Istituto Comprensivo Georg Büchner di Stadtallendorf, in Nordhessen (un’ora a nord di Francoforte), una cittadina industriale la cui storia è segnata da un importante flusso migratorio che risale all’epoca nazista.
Una scuola in cui le lezioni sono quanto di più lontano dall’approccio nozionistico e mirano innanzitutto ad un maggior coinvolgimento degli studenti. Particolare è anche l’approccio alle materie, sempre ricalibrate sulle esperienze dirette degli studenti.
La regista Maria Speth ha seguito le lezioni di questo maestro per nulla convenzionale, Mr Bachmann, nel corso dell’anno accademico 2016-17.
Ex scultore e studente di sociologia, oggi suppergiù sulla sessantina, con indosso sempre un berretto di maglia e una felpa, Bachmann si trova a gestire e formare culturalmente, trovando una nota di accordo, una classe di pre-adolescenti (siamo tra 12 ai 14 anni) provenienti da culture diverse.
Deve giocare a fare l’equilibrista tra complessità, Patrie lontane (Turchia, Bulgaria, Romania, Kazakistan, Brasile, Sardegna …), religioni, idiomi e una scaletta burocratica che deve seguire. Dalla sua parte giocano: il carisma fatto di onestà declinata nelle sue alte espressioni di dialogo e ragionamento, un’impostazione benevola di autorità anarchica, la dignità e il rispetto come comandamenti fondamentali della sua classe. Queste caratteristiche intime e umane suscitano nei suoi studenti il rispetto.
Tra test e voti, corsi di musica e di arte, fra un disaccordo e una lite tra i suoi studenti, la regista Maria Speth ha osservato senza fretta il ritmo di questa classe.
La regista subordina il suo lavoro all’osservazione per una comprensione realistica e un ascolto diretto, cioè senza filtri o tagli per abbellire né tantomeno cercando una perfezione fatua.
Lo scopo, in queste quasi 4 ore senza filtri né incensamenti, è di far immergere lo spettatore in questo universo multiculturale dove la didattica di Bachmann è mirata far capire a ogni studente che è prezioso, che è qualcuno e che tutti hanno delle capacità per affermarsi nella vita, basandosi sul concetto e sul valore dell’inclusione e mira a stimolare il senso di curiosità degli studenti per prepararli ad affrontare non solo la scuola, ma il lavoro e il mondo in cui vivono.
Il film si conclude con il ritiro di Mr Bachmann dopo 17 anni di insegnamento, un momento agrodolce che la regista ha colto con il tatto che l’ha contraddistinta per tutto il suo lavoro.