Tre anni dopo la vittoria del Premio Campiello (con Venuto al mondo), Margaret Mazzantini torna in libreria con un nuovo, intenso romanzo. Si tratta, in realtà, di un racconto piuttosto breve, forse un po’ annacquato; ma i contenuti sono coinvolgenti, appassionanti, capaci di rappresentare – in poche righe – l’angoscia e il fallimento della società contemporanea.
Nessuno si salva da solo è una storia d’amore; tutta la vicenda si sviluppa al tavolo di un ristorante, nel quale Delia e Gaetano stanno cenando. I due si sono appena separati, si fronteggiano tra una portata e l’altra, rievocando in lunghi flashback le vittorie e le sconfitte della loro vita insieme. Sono stati felici, si sono amati, hanno tentato di salvarsi reciprocamente. Poi, però, qualcosa si è spezzato: dove hanno sbagliato?
Il romanzo delinea con precisione i difetti e le insicurezze di un’intera generazione: portata a considerarsi “speciale”, “diversa” mentre si tratta, in realtà, di una generazione in crisi, che affonda nel fallimento, trascinando con sé i propri figli. Come sarà la generazione di domani? Quella cresciuta da genitori insicuri, deboli e divorziati? Possiamo affidarci alla speranza, immaginare che i due bimbi, Nico e Cosmo, non saranno superficiali e approssimativi come i loro nomi. Possiamo sperare che saranno migliori.
Non c’è speranza, invece, per Delia e Gae. La loro conversazione è sterile, parlano ormai due linguaggi diversi. I felici ricordi del passato servono solo a evidenziare la cieca disperazione del presente. I due si piangono addosso, si compatiscono, colpevolizzano il mondo intero. Nonostante ciò, riescono a coinvolgere il lettore, a trascinarlo nella loro rete. Margaret Mazzantini si conferma capace di dipingere con chiarezza l’animo umano e le sue infinite sfumature; soprattutto, i suoi lati più oscuri, nascosti, segreti.
Nessuno si salva da solo: sfortunatamente, in questo mondo, ognuno di noi è abbandonato a sé stesso.
Margaret Mazzantini, Nessuno si salva da solo, Mondadori, 2011, pp. 189, 19,00 euro.