È stata inaugurata oggi all’Ospedale Civile di Venezia la mostra intitolata
“Paesaggio inedito”, che raccoglie e propone le opere di Sidival Fila, artista francescano
di origini brasiliane. La mostra è la prima di una serie di esposizioni volute e curate dalla
Fondazione Scuola Grande di San Marco, che fanno parte di un vasto progetto
denominato “Nel segno della cura” che ha lo scopo di invitare anche nei prossimi anni, in
coincidenza con Biennale, artisti contemporanei di fama internazionale, che possano
“raccontare” gli spazi storici della Fondazione, evidenziandone i valori etici e morali
connessi con l’assistenza delle persone fragili e malate.


Sidival Fila, dedica la sua ricerca alla comprensione della materia nel suo rapporto con la
forma, e in questo percorso di destrutturazione-ricostruzione-rinascita-riuso della
materialità di un tessuto lo sottopone ad un processo di ricerca dell’essenziale. La sua
arte sconfina nell’immateriale che non ha tempo, nel punto, cioè, ove l’uomo vive la
sofferenza della malattia, le sue sconfitte, le sue incessanti ricerche assieme alla
speranza di un riscatto che le sue opere mostrano in un orizzonte possibile. Fila e la sua
arte sono quindi la più adeguata ouverture per il progetto artistico “Nel segno della cura”,
votato a sperimentare quanto l’arte possa essere terapeutica, come molte applicazioni
della storia veneziana della cura ricordano, dalla pittura dei miracoli di guarigione di San
Marco, all’architettura della Basilica della Salute, alla musica di San Lazzaro dei
Mendicanti, alla letteratura di Apostolo Zeno.


“Non c’è probabilmente un luogo più sfidante di questo nostro Ospedale – ha dichiarato
Edgardo Contato, Direttore Generale dell’Ulss 3 Serenissima e Presidente della
Fondazione – per cogliere tutta la verità dell’incontro tra arte e cura, proprio perché la
cura è la più bella delle arti, quella che trasforma, combatte, vince il male. Ove c’è cura c’è
tensione verso la bellezza, non tanto quella estetica ma quella morale che, appunto,
guarisce e salva. Abbiamo il privilegio assoluto a Venezia di custodire in un unico luogo,
tra campo Ss. Giovanni e Paolo e la Laguna nord, la cura ospedaliera attuale assieme alla
memoria storica della cura; siamo custodi quindi di uno straordinario intreccio di itinerari
che hanno origine dallo stesso mito della Serenissima e dall’idea costituente di ciò che è
bene”.


“Anche con questa mostra – ha aggiunto Contato – la Scuola Grande di San Marco
prosegue nel suo intento di tutela, di gestione, di promozione e valorizzazione del
patrimonio storico artistico dell’Ospedale, cioè i Musei della Scuola, le sue chiese, la
Biblioteca di storia della medicina, l’Archivio Storico e l’attività di ricerca
storico-documentale per la sanità dell’Ospedale di Venezia, proponendosi come un
soggetto che realizza una nuova offerta culturale di alto spessore etico. In questa sorta
di manifesto di nuova umanità si possono riconoscere tutti (cittadini veneziani, operatori
medici e sanitari, artisti, studiosi, foresti invaghiti di Venezia), che comprendono il
grande potenziale immateriale che possiede questa alleanza valoriale, che in continuità
con i secoli passati comunica speranza dal luogo più proteso verso la città, il Portego,
come un tempo ineguagliabile sito pedagogico”.


Il progetto “Nel segno della cura”, che si apre con la mostra inaugurata oggi, è curato da
Giovanna Zabotti, Alessandro Pedron e Mario Po’. Nasce con l’obiettivo di rendere
sempre più convincente ed esplicita la realtà che “la bellezza cura”. Il tema della prima
mostra, “Paesaggio inedito”, evidenzia da subito che l’esposizione è pensata proprio per
un luogo inedito: il solenne, antico luogo delle cerimonie della Scuola Grande di San
Marco, oggi Portego di ingresso in Ospedale e agli ambienti museali.


Sidival Fila, frate minore francescano presso il Convento di San Bonaventura al Palatino,
a Roma, presidente dell’omonima Fondazione Filantropica ONLUS, fonda la sua ricerca sui materiali in disuso, soprattutto tessuti, tra i quali
lino, cotone, seta, canapa, broccati e altri materiali già utilizzati. La sua poetica si
propone di riscattare l’oggetto dalla sua condizione “oggettistica”, ridando ad esso la
possibilità di raccontarsi. In sintesi, partendo dalla funzionalità del tessuto, Sidival Fila
riesce a renderlo “diversamente utile”, superando la sua condizione logora, quasi
“curandolo” per ridargli vita. L’elemento costante nel suo percorso estetico è la ricerca
del contatto con la materia, a cui l’opera d’arte mira a restituire una “voce”. L’opera dona
alla materia stessa la possibilità di raccontarsi nel suo vissuto, un vissuto che è fatto
spesso di secoli di storia, di dicoltà, di ombre e di luci.


L’arte di Sidival Fila, considerato da molti tra i più interessanti e influenti dei nostri giorni,
è stata presentata in numerose mostre personali in Italia ed all’estero – la scorsa
settimana ha inaugurato una personale a Parigi presso la prestigiosa Galleria Mennour -,
nonché in diverse fiere internazionali, tra cui Arco Madrid, Fiac Parigi, Art Basel, Miami,
ArtBO Bogotà. Le sue opere sono presenti in collezioni private e fondazioni in diversi
Paesi del mondo.


Questa mostra rappresenta il ritorno dell’artista a Venezia (città che ama e che ogni volta
lo sorprende e incuriosisce) perché nel 2019, in occasione di Biennale Arte, ha
partecipato al Padiglione Venezia con alcune sue opere tra cui “Golgota” che oggi è
esposta in via permanente presso i Musei Vaticani nella Sala dei Santi (sotto le Stanze di
Raffaello), le cui volte sono affrescate dal Pinturicchio.


La Scuola Grande di San Marco, grazie alla realizzazione di questa prima esposizione,
avvia un percorso di eventi artistici declinabili sull’itinerario cura-cultura che costituisce
la missione della rete degli ospedali storici italiani a cui l’Ospedale Civile di Venezia
aderisce come fondatore dal 2019 di ACOSI, ente riconosciuto dal Ministero della cultura
e dal Ministero della sanità. Cura, studio, arte, storia sono elementi da sempre inscindibili
dell’Ospedale Ss. Giovanni e Paolo, uno dei luoghi più iconici e intrisi di autentica
venezianità della civiltà della Serenissima.


La mostra, curata in primis da Fondaco Italia, si chiuderà il 13 dicembre 2024 ed è
visitabile tutti i giorni dalle 08.00 alle 18.00. Per informazioni
www.scuolagrandesanmarco.it oppure 041.5294323.