Nonostante il titolo originale (Xenia) fosse riferito all’antico concetto greco e di ospitalità e a una catena di alberghi di lusso che invasero la Grecia nel secondo dopoguerra, oggi ormai abbandonati quasi del tutto, la distribuzione italiana ha cambiato il titolo per esplicitare ancor di più l’omaggio a Patty Pravo, che in questo film per i due giovani protagonisti è una presenza che li fissa dall’alto, quasi come una dea.
Il regista Koutras mette in scena un road movie rocambolesco, tragicomico e con vari rimandi autobiografici: in quanto omosessuale dichiarato ha voluto rappresentare il viaggio di due giovani non tanto alla ricerca di un riconoscimento formale di cittadinanza quanto alla ricerca di se stessi, e questo vale soprattutto per il ragazzo più giovane, Danny, 15enne, gay tutto zucchero, colori e paillettes. Nonostante la forte carica emotiva che il regista ha voluto attribuire al personaggio, qui risiede un difetto del film. Vediamo un Daniel stereotipato e spesso inutilmente teatrale, che non riesce a spaziare dal grottesco ai momenti onirici (quando sogna conigli giganti o petti villosi) con sufficiente credibilità, poiché la sua prova attoriale, seppur buona per un esordiente, è troppo inquadrata e si prende troppo sul serio.
Spesso, pur di non risultare eccessivamente noioso o, appunto, serioso (anche perché 128 minuti per un film che esprime dei concetti decisamente non originali sono forse un po’ troppi), Koutras decide di mediare la narrazione, oltre che con momenti musicali retti da canzoni pop della sua stessa adolescenza, come pezzi di Patty Pravo o Raffaella Carrà, anche con momenti di comicità, che tenta di arrivare al grottesco senza però mai riuscirci totalmente, in un’emulazione mal riuscita dello stile di Almodòvar.
Nonostante infatti un paio di belle trovate come il passaggio all’età adulta raffigurato tramite “l’omicidio” di un coniglio di peluche e uno degli alberghi della catena Xenia, ormai abbandonato, che offre ai due protagonisti una casa, il film prosegue sui binari già piantati dal grande Rainer Werner Fassbinder e già ampiamente percorsi dal succitato Almodòvar. Ma se Fassbinder riusciva a rendere tutto profondamente tragico e Almodòvar riesce a discernere bene quanto e quando percorrere la sua vena seria, Koutras applica questa mimesi senza una concezione efficace dei tempi e senza arrivare mai vicino all’empatia dello spettatore, poiché il film vorrebbe dire molto di più di quello che effettivamente dice e interpretarlo come una pantomima sulla difficile condizione degli omosessuali in Grecia per via del crescente consenso per Alba Dorata vorrebbe dire sminuirlo ancor di più.
In conclusione, Pazza idea tutto sommato non è un brutto film, ma è un film di cui non si sentiva il bisogno, che non esprime niente di nuovo e che emula fin troppo i suoi predecessori, il che regala una visione magari non brutta ma decisamente infruttuosa. Anche se il paragone è sicuramente il mezzo meno indicato per il giudizio di un film, si può dire che non c’è nulla in Pazza idea che non sia già stato espresso meglio in un qualsiasi film, anche difettoso, di Almodòvar.
Titolo originale: Xenia
Nazione: Grecia, Francia, Belgio
Anno: 2014
Genere: Drammatico
Durata: 125′
Regia: Panos H. KoutrasCast: Kostas Nikouli, Nikos Gelia, Yannis Stankoglou, Marissa Triandafyllidou, Aggelos Papadimitriou, Romanna Lobats, Patty Pravo
Produzione: Wrong Men, Movie Partners In Motion Film, Movie Partners In Motion Film, 100% Synthetic Films
Distribuzione: Officine UBU
Data di uscita: Cannes 2014
28 Agosto 2014 (cinema)