A ridosso delle iniziative in occasione del Centenario dalla nascita, la figura di Giovanni Poli torna al centro di un’attenta riflessione a più voci, nel convegno internazionale di studi Giovanni Poli. La scena dell’essenzialità (Fondazione Giorgio Cini, 25 e 26 ottobre). Organizzato dall’Istituto per il Teatro e il Melodramma, il ciclo di incontri (qui il programma completo) prevede la partecipazione di studiosi ed esperti del settore, per un’analisi puntuale della carriera e della produzione dell’artista veneziano.
Autore, regista, fondatore nel ‘69 del Teatro a L’Avogaria, pedagogo di primo piano nella storia del Teatro italiano del ‘900, Giovanni Poli lega il suo nome ad un inesausto lavoro di riscoperta e valorizzazione della grande tradizione veneta e della Commedia dell’Arte, con una risonanza internazionale che fin dal dopoguerra ne consacra uno stile personalissimo, a fronte di riconoscimenti prestigiosi e consensi sempre più vasti. Nel 1960 gli viene assegnato il Premio IDI per l’attività all’estero; nello stesso anno ottiene il premio per la migliore regia al Festival des Théatres des Nations a Parigi con La Commedia degli Zanni, che ben presto diviene la sua messa in scena esemplare.
In occasione del convegno, presso gli spazi della saletta espositiva della Biblioteca della Manica Lunga, una mostra curata da Maria Ida Biggi presenta una selezione di materiali provenienti dagli archivi di Giovanni Poli e Mischa Scandella.

Accanto ai contributi di studio, presso il Teatro Ca’ Foscari (25 e 26 ottobre, ore 20.30; 27 ottobre ore 10.00, matinée per le scuole) Stefano Poli curerà il riallestimento dello storico spettacolo-manifesto La Commedia degli Zanni. Scritto e diretto dal padre Giovanni nel 1958, il testo offre un vero compendio scenico della tradizione teatrale veneta del 500. “La commedia degli Zanni”, afferma Poli, “più che una vera e propria commedia dell’arte, data l’assenza di improvvisazione, è costruita secondo un particolare modo di sentire le maschere del ‘500, rivissute e riproposte in rapporto alle esigenze di rinnovamento delle scene moderne. L’espressione scenica è trasfigurazione della realtà in astrazione della ‘parola detta’, del gesto e del colore-luce e pertanto in valori ritmico-musicali, esteticamente puri.”
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