“Prevenge” di Alice Lowe

È la premiere internazionale di Prevenge, della regista britannica Alice Lowe, ad aprire la 31. Settimana Internazionale della Critica all’interno della Mostra del Cinema. La neomamma Lowe, conosciuta in patria come attrice di commedie televisive ma soprattutto per il debutto alla sceneggiatura nel film Killer in viaggio (2012) diretto da Ben Wheatley, scrive, dirige e interpreta questo suo primo lungometraggio mentre è incinta della sua primogenita, che appare nel film.

Nel suo Prevenge, Alice Lowe è Ruth, atipica serial-killer in stato interessante che decide di vendicare la morte del suo amato compagno. Le battute iniziali del film, che vedono Ruth assassinare brutalmente un bizzarro proprietario di un negozio di animali amante di lucertole e ragni, ci spingono a pensare che nell’apparente insensatezza del suo folle gesto ci sia un movente nascosto. E nel dipanarsi della trama e nel susseguirsi degli efferati omicidi di cui si macchia la protagonista comprendiamo il motivo del suo cruento percorso: il gruppo di sette persone con cui il padre della sua futura figlia stava arrampicando su una scogliera ha deciso, in un drammatico frangente in bilico tra la vita e la morte, di sacrificare l’ultimo scalatore per poter salvare gli altri sei.

A spingere Ruth a cercare vendetta, in un omaggio non troppo velato alla Beatrix Kiddo di Tarantino a cui Alice ha ammesso di essersi ispirata, è la nascitura che, dal grembo materno, dialoga con la madre ricordandole ossessivamente (e con voce diabolica) quanto il cieco egoismo dei sei membri della squadra, che in realtà diventano ben presto un simbolo della società nel suo insieme, abbia permesso e accettato con una tale facilità la morte del padre. La riflessione della Lowe investe, infatti, il cinismo di tutti gli ambienti sociali ben rappresentati dagli elementi del gruppo di arrampicata.

Il lungometraggio della Lowe ha molto in comune con una certa produzione televisiva britannica contemporanea, di cui è stata protagonista come detto: le atmosfere, la fotografia, la scelta delle inquadrature e la colonna sonora originale, unitamente al sound design molto ben curato, ricordano da vicino serie TV come Black Mirror e soprattutto Utopia. E la città, quella di Cardiff in particolare dove Prevenge è stato girato in soli 11 giorni, assurge quasi al ruolo di personaggio con cui la protagonista letteralmente dialoga nel corso delle sue cupe manovre.

E sempre nel contesto del cinema britannico va inserita l’inusuale figura della serial killer incinta: il pubblico in terra d’Albione è incline per vocazione ad affezionarsi alle figure femminili del Cinema e in Prevenge la Lowe ha scelto provocatoriamente di delineare un personaggio che suscitasse da subito un disagio e una repulsione forti. Nonostante la brutalità nel commettere i crimini, però, non possiamo dire che Alice raggiunga del tutto il suo scopo: dopo l’iniziale avversione non possiamo che arrivare ad amare la fragile Ruth che colora d’ironia ogni suo insano gesto.

Il percorso di Ruth riuscirà a permetterle la definitiva catarsi?

Exit mobile version