L’impressione è quella di chi ha approfondito a dovere l’argomento, preoccupandosi più di inserire la totalità delle nozioni acquisite piuttosto che trovare un equilibrio tra loro. E’ ciò che traspare dalla Lucia di Lammermoor di Donizetti nella nuova produzione del Teatro La Fenice, per la regia di Francesco Micheli. La storia si impreziosisce infatti di una serie di simboli che anticipano e rimandano continuamente la narrazione a fatti già accaduti o che si stanno per verificare sul palcoscenico. Ma ciò sembra non bastare a rendere sufficientemente credibile la presenza di uno “spirito maligno” – un omone tinto di nero con addosso la giacca rossa, elemento distintivo della famiglia Ravenswood, di Edgardo – goffamente preoccupato ad abbattersi su Lucia. O ancora la scena del duello tra Enrico ed Edgardo, caratterizzata da un immobilismo generale dei personaggi che tentano di scuotere la situazione sfogando la propria ira su alcuni elementi della scenografia. Ma la discontinuità dell’azione non permette una fortificazione drammaturgica della partitura per mezzo di movimenti capaci di far scaturire suoni extramusicali. Eppure non sembrano mancare le forze a questa produzione che, ad esempio, dispone di una bellissima scenografia, animata attraverso un processo di sottrazione applicato alla montagna di mobili accatastati nel primo atto, in diretto riferimento alla decadenza della famiglia di Lucia, che gradualmente riprendono il posto di origine, ancora vivo nei ricordi della protagonista, prima di svanire per sempre. Ricompariranno poi nell’ultimo atto, sospesi ad inquadrare la scena della follia di Lucia, danzante in preda al delirio su di un tavolo ingombro di bicchieri, chiaro riferimento al suono della glassarmonica, con i quali macchierà la sua veste bianca del rosso Ravenswood.
Alla guida dell’Orchestra della Fenice, Riccardo Frizza sostiene a dovere le necessità di un cast vocale di altissimo livello, capace di dar voce con trasporto e precisione ai singoli personaggi dell’opera. Interrotti più volte dagli applausi del pubblico, si sono distinti particolarmente Shalva Mukeria nei panni di Edgardo, insieme a Zuzana Markovà in Lucia, principalmente per la naturale capacità a muoversi con agilità tra i vari registri, sostenendo quello più acuto con particolare disinvoltura. Mancava invece un respiro e un fraseggio più incisivo negli interventi orchestrali che, sin dal Preludio iniziale, non ha saputo introdurre a dovere l’ascoltare nel clima dell’opera.
Dal tutto esaurito della seconda recita, esplode l’entusiasmo del pubblico.
Miss Lucia
Nadine Sierra (21, 23, 27, 29/4 – 2/5)
Zuzana Marková (22, 26, 28, 30/4)
Lord Enrico Asthon
Markus Werba (21, 23, 27,29/4 – 2/5)
Giuseppe Altomare (22, 26, 28, 30/4)
Sir Edgardo di Ravenswood
Francesco Demuro (21, 23, 27,29/4 – 2/5)
Shalva Mukeria (22, 26, 28, 30/4)
Raimondo Bidebent
Simon Lim (21, 23, 27,29/4 – 2/5)
Alessio Cacciamani (22, 26, 28, 30/4)
Lord Arturo Bucklaw ⎮ Francesco Marsiglia
Alisa ⎮ Angela Nicoli
Normanno ⎮ Marcello Nardis
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
maestro del Coro ⎮ Claudio Marino Moretti
nuovo allestimento Fondazione Teatro La Fenice