Palazzo Pesaro degli Orfei – sede del Museo Fortuny riapre le porte al pubblico. La rivelazione dell’intervento di ripristino degli spazi al pianterreno, necessari a seguito dei danni causati dall’Acqua Granda del 2019, e il nuovo allestimento dei piani nobili a cura di Pier Luigi Pizzi accompagnano una lieta novità: il palazzo non sarà più solo sede di mostre temporanee, ma diventa un museo permanente, aperto dunque tutto l’anno.
Il nuovo percorso museale invita i visitatori a esplorare il palazzo ripercorrendo diversi aspetti della vita del poliedrico artista e inventore. Mariano Fortuny y Madrazo è nato a Granada nel 1871 ma, data la prematura morte del padre pittore, cresce con la madre e il nonno a Parigi. Successivamente la famiglia si sposta a Venezia dove il giovane Fortuny, entra in contatto con artisti, scrittori, intellettuali dell’epoca, tra cui Ignacio Zuloaga, Marcel Proust, Antonio Fradeletto, Cesare Laurenti, Giorgio Franchetti ed Eleonora Duse.
La passione per Wagner, nata a seguito di un viaggio a Bayreuth, lo ispira a realizzare un ciclo di pitture e incisioni, diverse esposte ora in museo. Sul finire dell’Ottocento il Palazzo Pesaro degli Orfei diventa spazio di ricerche di illuminotecnica per Mariano e in seguito laboratorio di stampa di stoffe, che gestisce con la moglie Henriette Nigrin, conosciuta nel 1902 a Parigi. Insieme creano i famosi scialli Knossos e, grazie a un nuovo macchinario inventato da Mariano e all’intuizione di Henriette, il celebre Delphos, abito tunica che spopolò tra le star dell’epoca. Sull’onda del successo, nel 1912 Fortuny inaugura una boutique a Parigi e poi a Londra, mentre nel primo dopoguerra nasce la fabbrica di cotoni stampati in Giudecca.
Parallelamente si diffondono in Europa le sue scoperte nel campo dell’illuminazione teatrale, nel 1922 la “Cupola” approda alla Scala, mentre le particolari lampade sono richieste in Spagna. Sono anni felici prima della tempesta finanziaria del 1929, che costringe Fortuny a chiudere l’industria tessile per qualche anno (e nel 1951 la società sarà acquistata dall’arredatrice d’interni americana Elsie McNeill che riprenderà la produzione con la denominazione “Tessuti Artistici Fortuny”). Mariano continua intanto a produrre invenzioni: dopo la stoffa plissettata in seta, brevettata nel 1909, vengono diffuse le “Tempere Fortuny”. Prosegue anche la sua partecipazione alla Biennale di Venezia dove espone ritratti, nature morte e vedute fino al 1942, quando anche
la Biennale sarà sospesa a causa della guerra. Mariano Fortuny muore nel 1949, viene sepolto al cimitero del Verano a Roma. Aveva espresso il desiderio di donare Palazzo Pesaro degli Orfei al governo spagnolo, che però rifiutò il dono. Lascia l’intera eredità alla moglie Henriette che donerà il palazzo al Comune di Venezia “per essere utilizzato perpetuamente come centro di cultura in rapporto con l’arte”.
Il progetto per il nuovo allestimento ha tenuto conto della ricca biografia dell’artista e delle sue passioni, inoltre sono state consultate fotografie d’epoca per ricreare in parte l’ambiente originario pensato da Fortuny. Al primo piano, accanto alla sala del “giardino d’inverno” (che custodisce un ciclo parietale dedicato ai quattro elementi naturali), compaiono dipinti ispirati ai miti di Wagner, calchi in gesso e modelli preparatori dell’atelier del pittore. Lo stesso piano nobile propone ricordi connessi alle origini spagnole dell’artista e all’importanza delle famiglie Madrazo e Fortuny nel mondo intellettuale dell’epoca; sono presenti anche le celebri stoffe, tra cui un paio di abiti utilizzati per l’Otello inscenato a Palazzo Ducale nel 1933 e il velo Knossos indossato per la prima volta nel 1907 dalla coreografa Ruth St. Denis. Oltre ai ritratti, che ricordano le frequentazioni veneziane di Fortuny, notiamo una serie di copie di capolavori dell’arte veneziana (Tiepolo, Tintoretto, Veronese) e spagnola (Murillo, Goya) e alcune delle opere esposte alle undici Esposizioni Internazionali d’Arte a cui ha partecipato.
Lo spazio del piano terra, ripristinato grazie al sostegno di Pam/Panorama, è destinato alle mostre temporanee. In questo periodo i visitatori hanno l’occasione di vedere l’eccezionale donazione ricevuta dalla Fondazione Musei Civici di Venezia: un nucleo di opere di artisti americani della Raccolta Panza di Biumo.
Il secondo piano, uno scrigno che custodisce i diversi laboratori di Fortuny: tessile, fotografico, tipografico e la biblioteca-studio, sarà visitabile a partire da giugno accompagnati da apposite guide.
Per celebrare questa nuova apertura sabato 12 e domenica 13 marzo l’ingresso al museo è gratuito (è richiesta la prenotazione).
Museo Di Palazzo Fortuny
Dal 9 marzo 2022
San Marco 3958 (zona Campo Santo Stefano, fermata del vaporetto: Sant’Angelo)
Orari: tutti i giorni escluso martedì, dalle ore 10 alle 17
Biglietti: Intero 10 euro, Ridotto 7.50 euro
Per i residenti e nati nel Comune di Venezia l’ingresso è gratuito
Maggiori info: https://fortuny.visitmuve.it/