“Non tutti diventano quello che volevano essere”: questo è il leitmotiv dell’ultima opera di Kore-eda Hirokazu. Ognuno di noi prima o poi arriverà al fatale confronto tra ciò che sognava di essere da bambini e quello che veramente è riuscito a diventare: qualunque sia il risultato però si cercherà sempre di lottare per trovare la via per la felicità, lontana o vicina che sia.

Continua e continuerà a lottare anche Shinoda Ryoda, protagonista del film,  investigatore privato con il sogno di fare lo scrittore, che nonostante i suoi vizi cerca il più possibile di restare vicino a suo figlio Shingo, il quale, dopo la separazione di Ryoda con sua moglie Kyoko, fatica a vedere il padre. A finire il ritratto di famiglia c’è Yoshiko, la nonna di Shingo e madre di Ryoda,  interpretata magnificamente da Kiki Kilin, unico legante che tiene unite le tessere di un mosaico familiare ormai consunto dal tempo e dai troppi errori del padre.

Proprio durante l’arrivo in città di un uragano i quattro si trovano casualmente tutti insieme, costretti dal tempo a passare la notte a casa di Yoshiko

Nessuno sa se basterà quella notte per riallacciare i rapporti tra padre, madre ed il piccolo Shingo, ma sicuramente durante la tempesta i protagonisti sono riusciti dopo tanto tempo a condividere nuovamente momenti della loro vita. 

Con Ritratto di famiglia con Tempesta (After The Storm) Kore-eda ci regala uno squarcio di vita quotidiana, senza artificiosità, senza romanzeschi colpi di scena: la semplice e rara bellezza del nostro vivere. 

Così come Father and Son, Ritratto di famiglia con Tempesta mette in evidenza un difficile rapporto tra padre e figlio. Tuttavia, se nel primo caso esso veniva esacerbato da una situazione complessa e fuori dall’ordinario, capace di emozionare lo spettatore, nel suo ultimo film Kore-eda ci descrive questo legame attraverso una narrazione di vita comune la quale, più che commuovere colui che guarda lo induce a riflettere: se con Father and Son lo spettatore si pone il problema su come egli reagirebbe ad un avvenimento simile, dopo la visione di Ritratto di famiglia con tempesta si è portati ad analizzare la propria vita, cercando di scoprirne le analogie e le differenze con quella di Ryoda.

In tutto questo, l’influenza che Ozu Yasujiro ha avuto su Kore-eda per quanto riguarda la realizzazione di questo film è evidente: ogni inquadratura, ogni sguardo sembra ricordare il delicato tocco del cineasta nipponico autore di Viaggio a Tokyo.  Non solo per la staticità della telecamera e per le sue inquadrature fisse quindi, ma anche per la grazia e l’emotività che il registra di Little Sister inserisce in ogni piega dei suoi personaggi, in ogni scambio di battute, così leggere e reali.