A Venezia76 ha scaldato il cuore la presenza di Roger Waters, arrivato a fine festival (pure in una giornata particolarmente piovosa) per la presentazione del film documentario Roger Waters – Us + ThemUna presenza fortemente politica che ha portato ad alcune esplicite dichiarazioni dell’ex leader dei Pink Floyd riguardo anche il nostro Matteo Salvini.

Diciamo subito che lo stesso calore purtroppo non si sente durante la visione dell’opera (diretta dallo stesso Waters con l’aiuto del giovane Sean Evans). Il documentario è la visione di un live (rimontato da varie serate) durante l’ultimo straordinario, mastodontico tour del 2017/2018. Purtroppo si sente subito un evidente divario tra la potenza della musica (ancora oggi attuale, affascinante, assordante come 40 e passa anni fa) e una regia che non le tiene il passo (e forse nemmeno vuole).

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Conoscendo la storia dei Pink Floyd sappiamo bene come le immagini abbiano fatto da sempre parte della produzione artistica del gruppo, dalle celeberrime copertine, alle foto storiche, fino ai tentativi di videoclip pre MTV. Quindi questo prodotto sconta in un certo modo il confronto col passato. Cosa che capita anche con le immagini proiettate sui megaschermi durante il concerto, muovendosi tra l’autocitazione e una certa debole originalità.

Rogers Waters © ph. Romina Greggio

La setlist è soprattutto imperniata su pezzi anni ’70, da “Animals” e “Dark side of the moon”. C’è solo un inframezzo di tre canzoni consecutive da “Is This the Life We Really Want?” (l’ultimo disco solista del 2017) che, seppure interessanti, non possono ovviamente competere con il resto del repertorio. È interessante poi la inevitabile scelta di “Another brick on the wall part 2 & 3”, ma come unicum da “The Wall”, a sottolineare chiaramente come Waters voglia regalare il ricordo al pubblico ma anche evitare assolutamente la sfera personale, concentrandosi quasi esclusivamente sulle tematiche sociali e portando avanti la sua personale battaglia contro nemici individuati in Trump o Israele.

Come fan si ascoltano con piacere “Dogs” e “Pigs” da “Animals” (la lunga sessione ininterrotta, che plana direttamente dall’anno di grazia 1977, ancora nasconde la maggior parte della musica rock o pop prodotta oggi, tramortendo il pubblico in sala per bellezza e sperimentazione).

Poi altri veri monumenti come Time, Money, Us and them, Eclipse, Breathe eccetera. D’altronde anche Waters sa che non può prescindere dalla centralità di “Dark Side” nell’immaginario collettivo (e qui sarebbe bello fare un intero convegno sulla tematica del controllo nell’arte di Roger Waters).

Ma tornando al dato filmico il problema forse è proprio l’assenza di regia filmica (anche solo come come assenza di idee o di emozioni), che scompare quando posta a fianco di una “regia musicale” talmente tanto presente. Il documentario diventa quindi un piacere all’ascolto più che un piacere degli occhi. Tanto più che lo show in quanto tale (faraonico, digitale, iperproiettato, forse anche troppo pesante) si avvale di validi collaboratori, interessanti anche al confronto (a perdere) con gli originali. Si pensi alla sostituzione di Gilmour in Wish you were here, o alle due coriste bionde, inadatte a rivaleggiare (forse anche a causa di improbabili balletti) con il ricordo di Clare Torry per “Great Gig in the Sky”.

Forse siamo solo davanti ad una elegante chiassosa differita di un evento, o di un ricordo. Consigliamo quindi l’ascolto più che la visione.

Tutti i cinema dove vedere Roger Waters – Us + Them

SETLIST

Speak
Breath
One of these days I’m gonna cut you into little pieces
Time
Great Gig in the Sky
Welcome to the machine
When we were young
Déjà vu
The last refugee
Wish u were here
Happiest days of our lives
Another brick in the Wall (parts 2 & 3)
Dogs
Pigs
Money
Us
Eclipse