Salvatore Sciarrino Leone d’oro per la Musica della Biennale di Venezia

Dalle Lezioni di suono alla Biennale di Venezia

Si sono appena sciolte le riserve sulle attribuzioni dei leoni d’oro alla carriera per le varie discipline alla prossima Biennale di Venezia, ufficializzando così le voci che auspicavano la confermata assegnazione del prestigioso premio per la musica al compositore Salvatore Sciarrino. Intimo conoscitore della tradizione musicale più pura, al punto da spingerne le sorti varcando i confini della percezione umana, qui collocata al centro di una rinnovata quanto radicale esperienza d’ascolto.

Proprio in questo periodo, Salvatore Sciarrino è protagonista di un’intensa residenza artistica presso l’Orchestra di Padova e del Veneto che il 21 aprile scorso ha proposto la prima delle tre Lezioni di Suono, titolo dell’entusiasmante viaggio alla ricerca della musica d’oggi sul tracciato della storia. Per Sciarrino conoscere la tradizione non significa avvicinarsi al passato con le dovute cautele, bensì toccarlo con mano propria al fine di farlo rivivere sottoforma di esperienza personale. Un’operazione che richiede una profonda conoscenza degli stili, oltre che delle sue tecniche strumentali. Sotto questa luce si pone l’orchestrazione di alcuni brani del Quaderno musicale londinese di Mozart, una straordinaria raccolta di deliziose miniature pianistiche, alcune delle quali note tra i giovani pianisti provetti.




Queste elaborazioni per orchestra d’epoca, proprio quella utilizzata da Mozart stesso, sviluppano un potenziale che risiede virtualmente nell’originale veste pianistica e che a un orecchio attento non riesce a spogliarsi di una spontanea attrazione verso i generi musicali più disparati. Così l’accentuato estro melodico del pianoforte, nella versione orchestrale si avvicina inevitabilmente all’aria teatrale, un respiro più ampio accenna l’entrata di una cadenza nel segno della forma solistica del concerto, senza escludere la possibilità di poter incontrare dietro l’angolo un movimento di Sinfonia. Questo è il vero genio del Mozart più autentico, qui miracolosamente scampato all’intervento accademico del padre Leopold, stimolato dall’incontenibile fantasia di un bambino di quasi nove anni, immerso in un mondo a lui totalmente nuovo.

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A concretizzare il racconto di Salvatore Sciarrino accorrono una successione di estratti pianistici affidati alla prontezza esecutiva di Anna D’Errico, sui quali si riflettono i relativi punti orchestrali affidati all’esecuzione dell’Orchestra di Padova e del Veneto diretta da Marco Angius. A fine percorso, sollecitato dall’esaltazione strumentale di alcune piccanti dissonanze mozartiane, lo spazio è tutto per il concerto conclusivo, finalizzato all’esecuzione integrale delle elaborazioni sciarriniane.

Il primo segno dell’indiscusso successo di questa prima lezione di suono si riflette innanzitutto nel richiamo che ha avuto tra i giovani – musicisti e studenti o semplicemente appassionati e curiosi – accorsi per l’esclusività dell’evento. A questo va aggiunta la rilevanza dell’offerta musicale di questa prima stagione sinfonica firmata da Marco Angius che, nel tema della trascrizione della tradizione musicale, continua a mettere in luce il naturale rapporto tra la tradizione e le varie declinazioni della musica d’oggi. Così, ad attendere la consegna del leone d’oro a Salvatore Sciarrino alla prossima Biennale di Venezia, cresce l’aspettativa per l’ultimo concerto della stagione dell’OPV, prima di annunciare la prossima lezione concerto tra le pagine di Wagner e Liszt.