Sconfort Zone è una nuova serie, prodotta da Banijay Italia e Prime Video e disponibile sull’omonima piattaforma di Amazon in streaming dal 20 marzo, scritta a più mani da Marcello Macchia, noto al pubblico come Maccio Capatonda, Mary Stella Brugiati e Valerio Desirò, per la regia dello stesso Macchia e di Alessio Dogana.
A differenza della precedente produzione di Maccio, Sconfort Zone non si può propriamente definire una serie comica: pur essendoci infatti, nel corso dei sei episodi, momenti senza dubbio divertenti, la trama si snoda attraverso importanti tematiche e riflessioni sull’interiorità dell’artista, che spesso rompe la barriera tra il vero e il rappresentato, fornendo un autoritratto sincero. Maccio, infatti, struttura quest’opera sulla propria creatività, sul rapporto con i fan e le sue relazioni personali, sulla fragilità, sulla società odierna e le sue problematiche: un progetto piuttosto ambizioso.
Nella serie Marcello Macchia interpreta se stesso e il suo alter ego artistico Maccio, affiancato da volti noti, come Valerio Lundini, Edoardo Ferrrario, Gianluca Fru – trio la cui gag, di puntata in puntata, nonostante lo schema fisso, convince – Valerio Desirò, Francesca Inaudi e altri.
La trama inizia con una crisi creativa del protagonista, impegnato a scrivere una nuova serie tv ma a corto di idee: entra in scena uno psicologo, il dottor Braggadocia, che con una terapia d’urto e d’avanguardia obbliga Maccio ad affrontare le proprie paure, attraverso diverse prove, tutte a dir poco surreali.
È proprio in questa dimensione surrealistica che rimane il tratto distintivo della comicità di Macchia, nonostante l’assenza dei suoi più celebri personaggi: è un tentativo, infatti, di superare quella fase e concentrarsi su una direzione più seria e riflessiva. Complessivamente si tratta di un prodotto godibile, che molto probabilmente verrà visionato spezzettato, nonostante una certa suspence tra alcuni episodi. Il livello di qualità tra una puntata e l’altra è variabile, spesso dipendente dalle prove assegnate: quella meno riuscita è la prima, poiché tocca un argomento piuttosto delicato, ossia la malattia, senza lo spessore emotivo necessario. Molto interessante, invece, l’analisi del complesso e multiforme rapporto con il pubblico, che pone l’accento su tanti aspetti della contemporaneità e sui cambiamenti, rapidissimi, degli ultimi anni, complice la tecnologia che sempre più ha preso parte della vita quotidiana.
Marcello Macchia, come è accaduto in passato per altri nomi della comicità, è arrivato ad una importante svolta stilistica: Sconfort Zone è sicuramente una tappa iniziale di questo nuovo percorso. Da vedere per comprendere il cambiamento mosso dall’artista, con la consapevolezza che sarà molto diverso da come lo si poteva immaginare.