Silence è il silenzio di Dio di fronte alle sofferenze umane. Martin Scorsese, basandosi sul romanzo di Shusaku Endo pubblicato nel 1966, ambientato in Giappone a metà del 1600, nell’epoca Kakase Kirishitan (dei ‘cristiani nascosti”), esamina il problema spirituale e religioso del silenzio di Dio, appunto.
Protagonisti sono due portoghesi missionari gesuiti, padre Sebastian Rodrigues (Andrew Garfield) e padre Francisco Garupe (Adam Driver), che si imbarcano per il Giappone alla ricerca del loro padre spirituale Chistovao Ferreira (Liam Neeson). Quest’ultimo si era recato nella terra del Sol Levante per diffondere il Cristianesimo e sono giuste voci che abbia abiurato per salvarsi la vita.

Le ferocissime persecuzioni dei cristiani – in Giappone i signori feudali e i Samurai erano decisi a sradicare il cristianesimo dal paese e quindi tutti coloro che si professavano cristiani erano arrestati e torturati, costretti all’apostasia, a rinnegare la loro fede o ad essere condannati a una morte lenta e dolorosa – mettono i due Padri gesuiti di fronte a una prova più dura, per loro e la loro incorruttibile fede, di quanto avessero mai potuto immaginare.

Il regista, cresciuto nella fede cattolica, ha cullato questo progetto dalla fine degli anni 80. Per una serie di problemi legati al finanziamento del film, Scorsese e lo sceneggiatore Jay Cocks hanno impiegato un po’ di anni prima di poter realizzare Silence. “In questo momento della mia vita penso continuamente alla fede e mi pongo domande sulla debolezza, sulla condizione umana” ha dichiarato il regista. Scorsese analizza la fede attraverso un’allegoria cristiana. Le prove, la paura e la prigionia dei padri gesuiti in un’altra cultura, ostile, in un periodo in cui si combatte una lotta spietata contro il cristianesimo.
Girato a Taiwan, con le scenografie di Dante Ferretti, Silence continua l’indagine personale di Scorsese sulle debolezze della fede, come aveva già fatto per L’Ultima Tentazione di Cristo. Il Giappone diventa un Getsemani. C’è anche un Giuda (un povero disgraziato di nome Kichijiro) il più grande cattivo della cristianità e ci sono feroci inquisitori buddisti contro il tenace Padre Sebastian, che qui è “l’esempio migliore e più luminoso di fede cattolica”.
Gli imponenti centosessanta minuti, veramente troppi, si sentono tutti. L’indagine religiosa condotta da Scorsese, è interessante da un punto di vista storico – nulla da dire su questo punto – ma da un punto di vista religioso è piuttosto confusa, proprio laddove – nelle riposte o nel tentativo di darle – si esigeva fosse complessa. Un film che tecnicamente resta impeccabile e ammirevole con il suo stile classico dove la sobrietà scalza la solennità. L’esplorazione del dogma della fede di fronte alla massima sofferenza umana, la lotta delle fedi, l’apostasia sono temi che purtroppo restano sottomessi al cammino spirituale di Scorsese. Preciso nella ricostruzione storica. Duro e consapevole nella messa in scena delle atroci sofferenze sociali e persecuzioni tra sangue e fango. Silence, nella sua argomentazione teologica, da entrambe le parti, buddista e cristiano, resta troppo debole.

 

Titolo originale: Silence
Nazione: U.S.A.
Anno: 2016
Genere: Drammatico
Durata: 161′
Regia: Martin Scorsese
Cast: Liam Neeson, Andrew Garfiels, Adam Driver, Ciarán Hinds, Tadanobu Asano, Rich Graff, Shin’ya Tsukamoto, Ryô Kase
Produzione: AI-Film, Cecchi Gori Pictures, SharpSword Films
Distribuzione: 01 Distribution
Data di uscita: 12 Gennaio 2017 (cinema)