“Steve Jobs” di Danny Boyle

La giusta distanza

Steve Jobs il genio, Steve Jobs il misantropo, Steve Jobs il precursore, il perfezionista, il collerico, il guru. I mille volti di un uomo che, in modi diversi, ha scommesso sulla tecnologia e sul mercato, sull’informatica e sull’orientamento del consumatore, tornano sul grande schermo con la necessità di reinventare una biografia cinematografica diversa dalla moltitudine di prodotti realizzati dopo la morte del cofondatore di Apple. Missione compiuta.

Semplicemente Steve Jobs, l’uomo. Mirano all’essenza – senza trascurare la forma e, soprattutto, la scrittura – Aaron Sorkin e Danny Boyle. Sceneggiatore e regista sfidano il noioso realismo della classica messinscena biografica e propongono un’eccitante pièce in tre atti che non magnifica né enumera i gingilli elettronici creati da Jobs, non ripercorre l’intera esistenza di un visionario, ma si concentra su tre momenti simbolici (la presentazione del Macintosh, quella del “cubo nero” di NeXT e quella dell’iMac) in grado di evocare grande cinema, oltre la figura ingombrante di un uomo fuori dall’ordinario.

Se pensate allora di conoscere tutti i dettagli sulla vita di Steve Jobs, le sue idee, le sue invenzioni, lasciate perdere Steve Jobs, il film. Chi vuole conoscere “la verità” sull’icona stabilitasi a Cupertino legga la biografia omonima di Walter Isaacson. L’opera di Sorkin e Boyle è un’altra cosa: è verosimile, ma tutto quello che vediamo sullo schermo – ovvero i concitati minuti che precedono tre importanti presentazioni di prodotti fortemente voluti da Steve Jobs – non è mai avvenuto realmente. Salvo le presentazioni in sé, che però non vediamo mai.

L’imponente figura di Jobs (interpretato da un convincente Michael Fassbender) è costruita attraverso dialoghi serrati e potenti con alcune delle persone che lo hanno a lungo affiancato, sostenuto, incoraggiato, criticato, colpito, amato e odiato. Dal cofondatore di Apple Steve Wozniak (Seth Rogen) alla responsabile del marketing Joanna Hoffman (Kate Winslet), passando per il CEO John Sculley (Jeff Daniels), questi personaggi sono il contrappunto perfetto al “campo di distorsione della realtà” che in qualche modo ha sempre, nel bene e nel male, separato Steve Jobs dal mondo terreno. E l’insistito confronto con la figlia Lisa – che nel film il protagonista continua a ritenere non “sua” nonostante le prove (nella realtà le cose andarono un po’ diversamente) – è la metafora perfetta per descrivere un uomo deciso a far prevalere il controllo e la mente su tutto il resto, un genio imperfetto capace di focalizzarsi solo sull’obiettivo, lasciando spesso dietro di sé solo “vittime” della sua immarcescibile confidenza in se stesso.

Il risultato è un film accattivante e profondo, intelligente e sensibile, capace di sfidare l’idea di un’icona come Steve Jobs destrutturandola e ricomponendola nello spazio di pochi minuti, in tre momenti distinti. In poche parole, Steve Jobs è la nuova frontiera del biopic.

Titolo originale: Steve Jobs
Nazione: U.S.A.
Anno: 2015
Genere: Drammatico
Durata: 122′
Regia: Danny Boyle
Sito ufficiale: www.stevejobsmovie.co.uk
Sito italiano: www.stevejobs-ilfilm.it
Social network: facebook, twitter
Cast: Michael Fassbender, Kate Winslet, Seth Rogen, Sarah Snook, Jeff Daniels, Katherine Warerson, Michael Stuhlbarg, Vanessa Ross, John Ortiz, Jackie Dallas, Perla Haney-Jardine, Adam Shapiro
Produzione: Cloud Eight Films, Decibel Films, Management 360, The Mark Gordon Company, Scott Rudin Productions
Distribuzione: Universal Pictures Italia
Data di uscita: 21 Gennaio 2016 (cinema)