Non hanno mezze parole e non usano metafore per parlare della Libertà di Stampa: il regista Steven Spielberg e i monumentali attori Tom Hanks e Meryl Streep; a Milano, nella tappa europea del tour di The Post, difendono il diritto di cronaca contro ogni forma di censura, soprattutto se proveniente dall’Amministrazione americana o governi in generale.

“Credo che la Libertà di Stampa sia un diritto, mi è stato insegnato fin da quando ero piccolo. I giornalisti sono i guardiani della democrazia – ha detto Steven Spielberg durante la conferenza stampa – e oggi sono sotto attacco come lo erano nel 1971″.

The Post racconta la storia dietro alla pubblicazione dei “Quaderni del Pentagono”, avvenuta agli inizi degli anni settanta sul Washington Post. L’occultamento dei documenti top secret sulle strategie e i rapporti del governo degli Stati Uniti con il Vietnam tra gli anni quaranta e sessanta innesca una battaglia senza precedenti in nome della trasparenza e della libertà di stampa.

“Nixon cercò di negare il diritto di cronaca, la pubblicazione dei Pentagon Papers – ha proseguito il regista -. C’è voluta una sentenza della Corte Suprema in quanto la Corte d’Appello aveva vietato la pubblicazione. Una cosa veramente inaudita. Era dalla Guerra Civile americana che non succedeva una cosa simile! Oggi di nuovo la Libertà di Stampa è sotto una minaccia reale!

La stampa straniera ha apprezzato il lavoro svolto da questo incredibile film: “L’American Press mi ha dato un supporto straordinario! La stampa quotidiana deve lottare contro la disinformazione, soprattutto è impensabile che se una storia non piace al Presidente diventi una fake news“.

The Post rimette insieme la collaudata coppia Spielberg/Hanks e a loro si aggiunge, incredibilmente per la prima volta, l’impareggiabile Meryl Streep. Hanks interpreta il direttore del Washington Post, Ben Bradlee, la Streep è l’editore Kay Graham. Dopo averli visti insieme sul grande schermo in una storia così potente, restiamo increduli: possibile che non abbiano mai lavorato insieme prima?
Meryl Streep: “Beh, ai vecchi tempi erano i ragazzi che chiedevano alle ragazze se volevano ballare!”
Tom Hanks: “Ho sempre fatto fatica a invitare le ragazze a ballare! Comunque, in tutti gli altri film che ho girato con Steven, arrivava sempre un momento in cui dicevamo: ci vorrebbe Meryl Streep!”
Steven Spielberg: “Per la prima volta ho ritratto un rapporto complesso e ho avuto la fortuna di avere questi due attori. L’editore del Washington Post, Kay Graham, è stata interpretata in modo meraviglioso da Meryl Streep. E’ stata una donna che si è fatta valere in un mondo governato da uomini; una donna che ha trovato la voce per farsi valere. E’ questo, secondo me, il nucleo emotivo del film”.

Un momento della conferenza stampa a Milano – Foto © Ilaria Falcone – NonSoloCinema

Nel 1971 Graham e Bradlee sfidarono apertamente il Presidente Nixon e continuarono a pubblicare i Pentagon Papers. Con ammirazione i due attori hanno parlato dei loro personaggi.
“Quando ho letto la sceneggiatura per la prima volta – dice la Streep – eravamo a 6 giorni dalle elezioni, certi che sarebbe iniziata l’epoca del primo Presidente donna. Leggevo la sceneggiatura, quindi, pensando a un film nostalgico proprio sul mondo delle donne. E invece ora ci troviamo in un aumento di ostilità nei confronti della Libertà di Stampa. E gli attacchi alle donne sono realizzati dagli apici del governo. Mentre giravamo, ho fatto una riflessione su quanta strada non è stata fatta. Ma preferisco fermarmi qui!”

“Ben Bradlee è un uomo competitivo. Una bestia con una grande passione. Determinato – specifica Hanks – nel cercare non una storia, ma la storia! In quegli anni il suo giornale era in competizione con il Washington Star, che era il quotidiano numero 1 di Washington DC. L’idea che il The New York Times potesse avere una storia bomba e lui no, lo faceva impazzire. Credo che una delle scene più divertenti sia quando leggendo un rapporto nel suo ufficio dice “siamo gli ultimi a sapere le cose in casa nostra!” Come italiani sapete cosa significa, vero? Per me è una scena fantastica perché descrive il senso di sfida di quest’uomo per tutto il film”.

“Come diceva prima Tom – prosegue il regista – Ben Bradlee sapeva che il suo giornale era solo secondo rispetto al Washington Star. Bradlee aveva appetito e fame e questo suo carattere ha alimentato il coraggio di sfidare il Times, il quotidiano più famoso d’America. Voleva un futuro grandioso per il Washington Post, voleva farlo diventare il giornale che lui si meritava come direttore. Ha spinto il suo editore a guardare in grande”.
“Ma non ha mai dimenticato – precisa Hanks – che Graham era il suo capo”.

“Devo aggiungere – interviene Meryl Streep – che è anche un film sul coraggio di uomo: Daniel Ellsberg, molto vicino alle istituzioni, un giornalista inviato in Vietnam, che ha deciso di sfidare le leggi contro lo spionaggio e sottrarre documenti secretati. Nei tre giorni in cui questi documenti furono pubblicati, prima dal NYT, poi dal Washington Post, il pubblico americano fu sconvolto da quelle notizie perché il governo aveva mentito loro per quattro Amministrazioni e Nixon stava facendo di tutto per sopprimere la Libertà di Stampa!
E poi devo anche parlare del coraggio di Kay Graham, editore di questo giornale che era il secondo in ordine di importanza a Washington. Era una donna che aveva la sensazione di non essere al suo posto. E questo film ne dà una rappresentazione perfetta. Soprattutto di come erano le redazioni: composte da soli uomini. Uomini bianchi. Le donne c’erano, ma nel ruolo di segretarie. Kay compì un atto di coraggio sfidando Nixon. Lo fece senza sapere che un giorno sarebbe diventata una leader, un capo, vincendo anche il Premio Pulitzer per la sua autobiografia! Kay ha imparato a essere coraggiosa. Ben Bradlee è stato spietatamente coraggioso. Noi, oggi, non insegniamo abbastanza alle nostre ragazze ad essere coraggiose. Ma sono ottimista. Gli esseri umani imparano lentamente. L’aria oggi è cambiata. Non solo a Hollywood, ma anche nell’esercito, al Congresso, negli ospedali, ma anche per le donne che lavorano nei ristoranti, l’associazione delle donne per l’agricoltura… c’è ribellione nell’aria“.