“Mi sono perdutamente innamorato del mondo della musica classica indiana” è una delle dichiarazioni rilasciate dal 33nne regista Chaitanya Tamhane per introdurre il suo film in Concorso alla 77. Mostra del Cinema di Venezia.
The Disciple non è un film facile (per chi non conosce o non è abituato a queste melodie particolari) nel suo essere tutto incentrato sulla musica indostana, rag “basata su strutture musicali, che seguono nell’esecuzione precise regole relativamente alle frasi melodiche consentite o vietate, e sono basati su un certo numero di scale musicali di base”.
Tamhane ha così imbastito una storia sugli interpreti professionisti di queste secolari tradizioni musicali. Nel mettere in scena la vita del protagonista, il regista spiega, inserisce e illustra la storia, e gli studi, gli esercizi di respirazione cui si sottopongono fin da giovanissimi i futuri cantanti, e poi le prove, i provini, i video, le esibizioni in pubblico.
Non è facile il percorso di chi ambisce a una carriera all’interno di questi misteri e rituali sacri delle leggende musicali del passato. In pochi riescono a raggiungere il traguardo del diventare “famosi”.
Lo sa bene Sharad Nerulkar che sta dedicando la sua vita a percorrere le orme del suo celebre maestro. Disciplina e purezza sono i due paradigmi che “il discepolo” si è imposto nel suo percorso artistico. Nessun compromesso per riuscire a trovare la sacralità e la verità dentro di lui, qualità necessarie per la perfezione della melodia, e così sfondare.
Ma l’attesa del poco spirituale successo, inseguendo la perfezione, talvolta è frustrante; e per mantenere salda la fede nella contemporaneità di un mondo che si svende facilmente o facilmente cede ai primi soldi facili, è faccenda complessa, soprattutto se vivi a Mumbai.
A un certo punto della sua vita e carriera, Sharad impara la “sacralità” dell’adattamento per sopravvivere, l’arte del cambiamento o dei piani B; coglie quella giusta prospettiva che lo mantenga sempre sempre sulla rotta della purezza.
Insomma, al netto di alcune lungaggini, emergono i temi di questo film: la difficoltà di emergere e il conflitto tra tradizione sacra e modernità, non in una città qualsiasi, ma Mumbai.