I biologi ricercatori del Museo di Storia Naturale Yura (Dmytro Bahnenko, giornalista diventato attore) e Mykhailo (Oleksandr Shmal) sono in viaggio nel Parco Naturale Nazionale Oleshky Sands, nell’Ucraina meridionale, per individuare un raro esemplare di marmotta delle steppe, la cui esistenza potrebbe contribuire a rendere protetta come riserva dell’Unione Europea.
Mentre stanno monitorando la zona, riprendono alcuni piromani in flagrante.
Senza esitare Yura vuole far pubblicare il materiale per portare a conoscenza il mondo di quello che sta succedendo.
Ma come gli dirà un giornalista “a nessuno frega niente dei fatti”.
Nel frattempo il suo collega scompare.
“Sono cresciuto in una famiglia di giornalisti negli anni ’90 – ha raccontato il regista – La realtà era piuttosto grottesca e sono cresciuto al passo con essa, ho visto come si potessero creare, inventare notizie. La Redazione è una metafora, piena di miti moderni e di oscurità, ma mostra anche cose reali.Molti dei luoghi che abbiamo filmato non esistono più. Sono stati distrutti, allagati o bruciati.”
Ambientato e girato poco prima dell’invasione russa dell’Ucraina, e terminato durante la guerra, The Editorial Office è il secondo ambizioso film (dopo Volcano del 2018) di Roman Bondarchuk.
È una commedia nerissima nella sua satira simbolica e surreale, ma ne risente il ritmo nella sua lunga durata (126′).
Il sottotesto di cui si serve Bondarchuk è un rimando a Il gabbiano Jonathan Livingston di Richard Bach. Yura è Jonathan, il sognatore che vuole vivere, non sopravvivere in un mondo dove infinite bugie sono pronte a soffocare la verità, dove le notizie che interessano sono scoop scandalistici o fake news su politici corrotti fatte passare, ovviamente, per vere.
È la questione intorno a cui ruota il film: cosa occorre fare per vivere, per non annegare in un mondo mangiato vivo dalla corruzione?
Il film si chiude con una dedica al montatore Viktor Onysko, vittima durante un combattimento (il suo lavoro è stato portato a termine da Nikon Romanchenko, con il contributo di di Heike Parplies, che ha lavorato con Bondarchuk in Volcano).