“Perché proprio un musical? – spiega il regista Nicola Abbatangelo – Forse perché ha sempre esercitato su di me un forte fascino. Nella sua “completezza espressiva” erano condensate tutte le mie passioni e questo poteva offrirmi il linguaggio perfetto per esprimere al meglio la carica emotiva dei personaggi che volevo raccontare. The Land of Dreams quindi ha rappresentato per me la gioia di esordire con un lungometraggio, dando corpo alla mia più grande passione. Ma soprattutto ha rappresentato una triplice sfida: raccontare la storia che avevo a cuore sperimentando un nuovo genere, attualizzandolo e realizzandolo in Italia”.

Ambientato nella New York degli Anni 20, The Land of Dreams è la terra dei sogni per una giovane, e poverissima, immigrata italiana, Eva, che lavora nella cucina di un ristorante sognando di diventare una cantante. Un’azione avventata la costringe a scendere a patti con un mafioso locale, che punta alla poltrona di sindaco. Ma nel frattempo Eva ha conosciuto un giovane pianista, Armie, che vive recluso in una casa fatiscente insieme al fratello. Non solo, la giovane ha anche scoperto il segreto dei due: viaggare nei sogni. Un potere tanto affascinante quanto pericoloso.

Scritto dal regista con Davide Orsini, con le musiche di Fabrizio Mancinelli, le scenografie di Antonello Rubino, le coreografie di Oke Wambu, la fotografia di Mirco Sgarzi (a.i.c. – Imago), The Land of Dreams è un musical/fiaba, sulla realizzazione dei propri sogni e della propria felicità, ben realizzato e coinvolgente. Non ci sono canzoni memorabili, cioè: non si esce dalla sala fischettando qualche motivetto del film, ma la storia resta impressa e questo ne fa comunque un buon tentativo internazionale made in Italy.