White Girl è una giovane ragazza, una principessa senza castello che vive in una perla, nell’ultimo villaggio di pescatori. Però non può esporsi alla luce del sole, esce di casa con una tunica, stivali da pioggia, manicotti che le coprono le mani, un cappello a tesa larga e dei grandi occhiali da sole. La madre è scomparsa, il padre si rifiuta di dirle dove sia; e così lei sogna di essere figlia di una grande cantante
È così pallida che gli abitanti del villaggio la considerano un fantasma, ogni volta che passa genera superstizioni, i pescatori non escono nemmeno a pescare e se tocca qualcosa dei suoi compagni di scuola, questi la gettano via.
Vive in un luogo dove i pescatori, suo padre compreso, sono costretti a stare sul mare perché non hanno il diritto di possedere una terra; un luogo dove una ragazza non può avere il suo spazio.
Ma tra le rovine di un antico palazzo protetto dalle Belle Arti, incontra qualcuno che la vede come lei stessa vorrebbe essere vista, facendole guardare il mondo in modo diverso. Inconsapevolmente la ragazza salva quel luogo antico da una speculazione edilizia di gente che vuole radere al suolo quel che resta delle barche dei pescatori e costruire un resort per i turisti. Da quel momento avviene qualcosa di unico per la ragazza. È la sua rinascita: capisce di non essere un fantasma, ha una voce e qualcosa da dire.
“Questo film è il nostro viaggio per dare nuova voce al cinema di Hong Kong. Perché White Girl non ha un nome? Lei è quello che tutti noi siamo quando decidiamo di essere noi stessi”.
The White Girl è un film fatto di ambienti antichi e di bellissimi costumi, di paesaggi struggenti e di dettagli. Ha un’eleganza ammaliante e una purezza incantevole nel suo essere raccontato come una leggenda.