Dieci anni dopo Anche libero va bene, Kim Rossi Stuart torna alla regia con un film che esplora le paure e gli infantilismi di un quarantenne incapace di avere una relazione stabile.
Tommaso (Kim Rossi Stuart) è un attore tormentato e sotto analisi; vorrebbe incontrare l’amore della sua vita. Attratto dalle donne, che spesso immagina tra sue braccia, nude, sinuose, si fa lasciare dalla sua compagna, Chiara (Jasmine Trinca).
Ne patisce, struggendosi a modo suo, ma si getta nel libero mercato degli appuntamenti e invita Federica (Cristiana Capotondi) al cinema. Nel giro di un anno le chiede di fare un figlio, la fa trasferire da lui e poi la molla. Tommaso è sulla via della crisi sentimentale e lavorativa, nemmeno l’ultimo film, che dovrebbe girare, lo soddisfa. Sa quello che vuole: calore umano, ma non sa come comportarsi per ottenerlo. É convinto che la risposta sia nella sua infanzia.
Kim Rossi Stuart scrive e dirige una storia che analizza pulsioni, manie, nevrosi, ansie, psicosi di un personaggio impacciato e isterico, in conflitto con i sentimenti, con il lavoro e con sé stesso. Una sceneggiatura che ha molto da dire, ma pecca nel ricordare troppo personaggi già visti. Quella adottata dal regista sembra una terapia di scuola “morettiana”; al momento l’unico paziente in grado di affrontarla e comunicarla ē Nanni Moretti in persona. Per quanto Rossi Stuart abbia un buon soggetto di partenza, Tommaso manca di un percorso originale del regista per i continui rimandi situazioni già viste.