Il Teatro Goldoni di Venezia ospita in esclusiva per il Triveneto, da venerdì 6 a sabato 15 aprile, uno dei lavori “metateatrali” più emblematici del ‘900, messo in scena e interpretato da Toni Servillo, produzione del Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa in collaborazione con Teatri Uniti. Si tratta di Elvira (Elvire Jouvet 40) di Brigitte Jaques, testo che l’autrice ricavò direttamente dalle “lezioni di scena” di Louis Jouvet; sette incontri di teatro durante i quali il grande regista francese, in una Parigi occupata dai nazisti, si sofferma con una sua allieva del terzo anno sulla famosa scena del Don Giovanni di Molière, nella quale donna Elvira saluta definitivamente il suo amante.

foto di scenaSi tratta in realtà di un apologo esemplare sul teatro, inteso come “mestiere” e strumento imperfetto, eppure insostituibile, di comprensione di sé e del mondo; al centro della scena prende corpo una serrata relazione maieutica fra maestro e allieva, la cui posta in gioco si allarga fino a investire, in un crescendo dialettico senza esclusione di colpi, ogni registro di umana consapevolezza. Prova attoriale di assoluto spessore, in cui Toni Servillo sembra mettersi in gioco per intero, facendone esplicitamente una tappa fondamentale del suo percorso artistico. «Dopo anni in cui le riflessioni di Jouvet sul teatro e sul lavoro di attore mi hanno fatto compagnia nell’affrontare repertori diversi», confessa l’artista di Afragola, «da Molière a Marivaux, da Eduardo a Goldoni, mi è parso necessario che arrivasse il momento di un incontro diretto».

Servillo affronta oggi Elvire Jouvet 40, testo caro alla storia del Piccolo Teatro (qui presentato nella nuova traduzione di Giuseppe Montesano), trent’anni dopo la messa in scena di Strehler, con a fianco tre giovani interpreti: Petra Valentini, nel ruolo di Claudia “aspirante Elvira”, Davide Cirri e Francesco Marino. «L’attore», affermava lo stesso Jouvet in una conversazione con Strehler, «si annienta, sentendosi parlare; e quest’uomo che ha il parlare come missione è incapace di farlo per conto suo, essendo sua vocazione e natura quelle di essere vuoto, risonante, disponibile, vacante, abitabile...» Riflessioni che oggi, a decenni di distanza, rimettendo al centro il tema della coscienza – contenitore fra i “vuoti di parola” di media vecchi e nuovi, sembrano ritrovare una straordinaria attualità.

Per ogni informazione utile rinviamo al sito del Teatro Stabile del Veneto, dov’è anche possibile acquistare i biglietti online.

Per contattare la biglietteria del Teatro Goldoni, è possibile telefonare allo 041 2402014.