Dietro al bancone di un minimarket nel Manitoba non ci sono più i clerks di una volta. Annoiate e petulanti, le quindicenni Coleen & Coleen strimpellano canzonette nel retrobottega per ammazzare il tempo. Almeno finché una saporita minaccia venuta dal passato non arriva a turbare le monotone giornate canadesi all’urlo di “Wunderbar”.

Non c’è pace per la provincia di Manitoba. Almeno per Kevin Smith. Yoga Hosers, secondo capitolo della trilogia horror/divertissment True North, dopo Tusk e prima di Moose Jaws, è un nuovo, esilissimo – quasi impalpabile – gioco al massacro tra commesse smorfiosette, teenager rimbambiti, adulti fuori di testa e, per fortuna, piccole e cattivissime salsicce naziste.

Esatto, senza i piccoli Bratzi (nazi-bratuwurst), Yoga Hosers rimarrebbe un patetico inno pop alla noia, un tedioso filmino delle vacanze girato per gioco tra le famiglie Smith e Depp (figlie protagoniste e mamma Vanessa e Papà Johnny in deboli comparsate). Ma anche con gli arrembanti salsicciotti con la svastica pronti a rinverdire i fasti del Partito Nazista Canadese, l’appeal di Yoga Hosers si esaurisce nelle esplosioni gusto crauti del colesterolico esercito di Bratzi.

A scongiurare l’invasione degli insaccati del Reich ci penseranno Coleen C. e Coleen M., adolescenti smartphonecentriche difficilmente tollerabili per la loro ostentata bimbominkiaggine. Tra interi e stucchevoli performance musicali delle figlie di papà protagoniste, grafiche pop-up da videogiochi anni ’90 e sovrabbondanti cameo di comici e intrattenitori (attenzione perché pure il patron della Marvel Stan Lee si è lasciato prendere la mano), Yoga Hosers tradisce soprattutto le aspettative dei fedeli fan del cinema grottesco e cazzaro a cui è destinato.