“São Jorge” di Marco Martins

San Giorgio, aiutaci tu!

São Jorge è il terzo lungometraggio di Marco Martins, presentato alla 73esima Mostra del Cinema di Venezia nella sezione “Orizzonti”.

Jorge è un uomo che vive con la sua famiglia in un piccolo appartamento nella Lisbona di qualche anno fa, del 2011 per la precisione, quando il Portogallo attraversò la fase più difficile della crisi economica. Ha dei genitori e un figlio da mantenere, la madre del quale vorrebbe andarsene con il bambino. La sua unica possibilità per racimolare il denaro necessario a vivere è quella di partecipare a sparuti incontri di boxe, di fatto umiliando se stesso sul ring, fino a quando, al culmine della disperazione, non deciderà di farsi assumere da una delle tante losche agenzie di recupero crediti sorte in quel periodo.

La proliferazione delle agenzie di recupero crediti sembra essere, in primo luogo, l’elemento principale del film, che inizia in stile decisamente documentaristico, fornendo allo spettatore una discreta quantità di informazioni base per comprendere il fenomeno. Solo dopo cinque minuti l’opera di Martins si rivela a tutti gli effetti un film di fiction. Ma se questo inizio, che vede subito seguire un enigmatico flashforward, desta un’immediata curiosità, le aspettative vengono presto deluse.

La prima parte del film tenta di raccontare la realtà della classe bassa portoghese, incarnata dal protagonista Jorge, ma la narrazione perde mordente in poco tempo, traducendosi in una serie di sequenze ripetitive che vedono Jorge confrontarsi sempre con le stesse situazioni senza che se ne tragga qualcosa di nuovo con l’avanzare dei minuti. Anche quando il film vira sull’argomento che era stato preannunciato dopo i titoli di testa, non si registrano cambiamenti. Si hanno ancora brevi sequenze di natura episodica senza che niente venga aggiunto da un punto di vista contenutistico, rendendo in questo modo sterile la critica che era il cuore del film.

Quindi il film non raggiunge il suo scopo, andando a creare una storia che non buca affatto lo schermo, come invece si propone di fare. In generale non si può che notare una certa confusione di fondo in São Jorge: episodi scollegati, siparietti che stridono con la narrazione principale con lo scopo di fornire didascalicamente altre informazioni al pubblico, e soprattutto una scelta di regia piuttosto infelice.

Se nella primissima parte del film, l’uso della camera a mano che segue passo per passo Jorge riesce a generare curiosità e trasportare la narrazione in quell’ambiente tetro e degradante, in poco tempo perde la sua presa per lasciare spazio a uno stile narrativo povero e senza guizzi, fatta eccezione per un paio di piani-sequenza nel finale, degni di nota per l’angoscia che riescono a generare dopo più di un’ora di piattume

In conclusione, São Jorge è un film confuso, senza particolari significativi, che non regge per niente le quasi due ore di durata e che ha veramente poco da dire se si pensa a quello che ha fatto il connazionale Pedro Costa nello stesso ambito.

Titolo originale: São Jorge
Nazione: Portogallo
Anno: 2015
Genere: Drammatico
Durata: 112′
Regia: Marco Martins

Cast: Nuno Lopes, Mariana Nunes, David Semedo

Data di uscita: Venezia 2016

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