Monte è il diciassettesimo film di Amir Naderi, presentato alla 73esima Mostra del Cinema di Venezia, nella sezione “Fuori Concorso”.

Una piccola comunità di montanari decide di abbandonare il villaggio in cui viveva (un luogo fuori dal tempo e dallo spazio) per via del fatto che i terreni coltivabili ormai non soddisfano il fabbisogno di tutti; solo Agostino – Andrea Sartoretti – decide di restare assieme alla sua famiglia per non abbandonare il luogo dove sono sepolti i suoi antenati.

Ma la situazione non cambia e dopo una serie di inutili tentativi per vivere serenamente e uno sfortunato malinteso, il protagonista perderà anche quel poco che aveva. Così per Agostino non resterà altro che rivolgere la sua (impotente) collera contro quel monte maledetto che si dice esser causa di tutte le loro sventure.

Monte ha una struttura bipartita piuttosto semplice che affronta il tema della piccolezza dell’uomo dinanzi al potere della natura e del destino. E Naderi non è certo un regista che manca di esperienza, tanto da generare una certa dose di aspettative. Eppure questa sua ultima opera non lo dimostra affatto. La prima metà del film potrebbe sembrar suggerire il contrario: la pellicola apre con una significativa sequenza della comunità che seppellisce la figlia di Agostino, in un completo silenzio che verrà rotto solo una decina di minuti più tardi, con la cacciata di un lupo dal luogo.

Dopo un’introduzione dunque degna di nota che rapisce l’attenzione dello spettatore, il film procede illustrando le fatiche del protagonista e declinando con una certa sapienza le varie sfaccettature della tematica. Non si può nulla contro il clima impietoso, contro le superstizioni degli abitanti del villaggio, contro gli uomini di chiesa che lo sfruttano quando possibile, come non si può nulla contro quel monte gigantesco e grigio. Grigio che regna sovrano nella fotografia del film che, assieme ai movimenti di macchina ben calibrati, aiuta a mantenere il tono di cupezza generale.

Ma se il primo atto è discretamente interessante, pur non essendo il tema trattato particolarmente innovativo, la seconda metà del film distrugge tutto ciò che di buono era stato creato precedentemente in un nonnulla. O meglio, in 50 lentissimi minuti che ci mostrano un Agostino ridotto alla disperazione sfogarsi prendendo letteralmente a martellate il monte del titolo: cambia solo l’angolo di ripresa a intervalli più o meno regolari.

Dopo questo, il film si conclude con una sequenza onirica che segna la fine di quelle martellate. Se Monte fosse stato un mediometraggio di un’ora, con una la seconda parte di questo tipo di una decina di minuti, probabilmente sarebbe stato apprezzabile, nella sua modestia. Mentre il miscuglio di pretenziosità e virtuosismo gratuito che è il secondo atto fa sì che il lascito del film consista solo in noia, con una ben definita sensazione di aver perso tempo.

Titolo originale: Monte
Nazione: Italia, Francia, USA
Anno: 2016
Genere: Drammatico
Durata: 105′
Regia: Amir Naderi

Cast: Andrea Sartoretti, Claudia Potenza

Data di uscita: Venezia 2016

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